Dopo le abbuffate natalizie

Ora alzatevi da tavola e fate sport! (aiuta pure a dormire meglio)

Ora alzatevi da tavola e fate sport! (aiuta pure a dormire meglio)
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L’attività fisica fa venire sonno. Secondo uno studio americano, pubblicato su Sleep Health e che ha visto la partecipazione di un fitto numero di persone "attive", praticare sport sia all’alba che a tarda sera favorisce l’addormentamento e migliora la qualità del riposo. Contravvenendo così ai vecchi parametri che raccomandavano di mettere in movimento i muscoli preferibilmente nell’arco della giornata, ma mai prima di coricarsi. Dall'altro lato, naturalmente, si conferma che l’attività fisica resta un fondamentale per la salute, ma con in più dei sensibili vantaggi anche riguardo a Morfeo.

 

 

Sonno ed esercizio fisico. Sono uniti da un forte legame. Innanzitutto, entrambi sarebbero da praticare quotidianamente, soprattutto nei giorni settimanali, quelli in cui le (pre)occupazioni e il lavoro sono al top. In secondo luogo, l’attività fisica è in grado di influenzare il sonno, con evidenti benefici sebbene mutevoli in relazione al momento in cui lo sport viene praticato. Pare infatti che la qualità del sonno ci guadagni se le scarpette ai piedi si mettono in due fasce specifiche della giornata: la mattina molto presto, tra le 6 e le 8, ovvero prima che si comincia a lavorare, o, in alternativa (e qui sta la novità), alla sera tra le 21 e le 23, appena prima di coricarsi. In entrambi i casi, infatti, il sonno sarebbe sensibilmente migliore. Lo attesta uno studio della University of Pennsylvania Perelman School of Medicine di Filadelfia, negli Stati Uniti, che ha riesaminato i dati dell’American Time Use Survey. Un'indagine che ha coinvolto oltre 48 mila lavoratori, uomini e donne, interrogati tra il 2003 e il 2016 sulla loro capacità e modalità di fare attività fisica nei giorni feriali.

Lo studio. L'indagine ha evidenziato che la maggior parte della popolazione intervistata faceva movimento, ma limitato agli spostamenti indotti dal lavoro, come alzarsi dalla scrivania, fare pochi passi fino alla macchinetta del caffè e così via, e/o nel percorso casa-lavoro, tuttavia condizionato dall’eventuale mezzo di trasporto. È stato così possibile definire che sia le lunghe ore di lavoro ma anche l’attività fisica cui veniva dedicato uno spazio marginale nel corso della giornata impattavano sul sonno, accorciandolo a causa di difficoltà di addormentamento e rendendolo più leggero. Una questione generalizzata e legata a quasi tutti gli intervistati, infatti solo il 17 per cento dichiarava di aver praticato della "vera" attività fisica nelle 24 ore precedenti all’indagine. La pratica dello sport portava a tutti via tempo al sonno, privando gli "attivi" di circa quindici minuti di riposo medio rispetto ai sedentari, con un incremento via via superiore in funzione del tempo dedicato all’allenamento. Non fosse altro per il momento in cui gli intervistati facevano attività sportiva: il mattino presto, tra le 6 e le 8, o la sera tardi, tra le 21 e le 23.

 

 

Sorpresa! La benefica relazione sonno-esercizio fisico è risultata evidente in tutte le persone in allentamento, ma con una novità. È infatti emerso che anche un’ora di attività fisica, indipendentemente dal fatto che sia praticata al mattino o alla sera, non impattava in maniera così sensibile sulle ore riposate. In buona sostanza, contrariamente a quanto si pensasse, i ricercatori hanno constatato che l’attività fisica, anche praticata a ridosso dell’ora di coricarsi, non nuoce alla qualità del sonno. Anzi, tutto il contrario: infatti i runners sembravano fare sonni più sereni e profondi fino ad addormentarsi anche prima degli altri nonostante l’adrenalina e l’acido lattico in circolo.

Cosa si è concluso. Probabilmente, questo vantaggioso beneficio è dipendente dalla predisposizione e dal personale ritmo circadiano, precoce o tardivo, che spinge i “gufi” che amano vivere di notte ad allenarsi bene e meglio di sera e le “allodole”, più mattiniere, a svegliarsi anche prima dell’alba per darsi al movimento prima della normale routine lavorativa quotidiana. Senza risentirne a fine giornata, né in termini di stanchezza fisica, né di sonno quando arriva l’ora propizia per darsi al riposo.

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