Come si diffuse il Cristianesimo in Messico

Ora la Bibbia parla anche tzotzil L'antico idioma usato dai Maya

Ora la Bibbia parla anche tzotzil L'antico idioma usato dai Maya
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Dopo 25 anni di lavoro, si è conclusa la traduzione della Bibbia in tzotzil, un’antica lingua Maya che viene ancora parlata sugli altipiani messicani dello stato del Chiapas. L’occasione è stata festeggiata nel comune di Zinacatàn con una messa di due ore, a cui hanno partecipato i cattolici locali nei loro costumi tradizionali e i missionari che prestano servizio nelle comunità. La decisione di tradurre la Bibbia in tzozil si inserisce nel progetto di evangelizzazione di Samuel Ruiz, vescovo negli anni Ottanta di San Cristóbal de Las Casas, una delle più importanti città del Chiapas. Il vescovo, che parlava tzoztil, lo scelse come lingua sacra e dispose che ogni missionario impegnato nella trasmissione del Vangelo apprendesse almeno una delle lingue locali.

 

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Discedendono dai Maya. La popolazione del Chiapas, regione famosa per le cascate e la selva verdissima, le rovine degli antichi templi precolombiani e la lotta zapatista, si compone per un terzo di indios americani e gli tzotzil rappresentano solo uno dei sette gruppi etnici che, nella regione, discendono direttamente dai Maya. Nonostante i grandi sforzi dei missionari cattolici, il linguaggio Maya si è dimostrato incredibilmente restio al cambiamento, tanto da venire parlato ancora oggi da milioni di indigeni nei territori che conobbero lo sviluppo di questa civiltà a partire dal 2000 a.C.. Secondo l’ultimo censimento del 2010, risulta che in Messico parlino tzozil quasi 430mila persone.

Le difficoltà che trovarono i conquistadores. La lingua rappresenta solo uno degli esempi del persistere di questa antica cultura precolombiana. Ad esempio, Il calendario rituale Tzolkin, di 260 giorni, continua ad essere in uso in moderne comunità del Chiapas e del Guatemala. Ma l’inclinazione alla resistenza venne dimostrata dalla stessa indole della popolazione: già ai tempi della conquista spagnola, la colonizzazione delle penisola dello Yucatán, abitata dai Maya, si dimostrò la più difficile per i conquistadores e, sebbene il controllo spagnolo sulla penisola si consideri completato già nel 1546, ci vollero 170 anni prima della caduta dell’ultima roccaforte nel 1697. Più recentemente, nel 1847, i Maya furono protagonisti della “Guerra delle Caste”, quando si ribellarono alla subordinazione nei confronti dell’élite bianca.

 

Chiapas, Zinacantan, Tzotzil woman with backstrap loom, telar 1 - Photo by German Murillo-Echavarria 0306

 

L'apparizione della Madonna di Guadalupe. L’evangelizzazione di tutto il Messico, invece, si completò rapidamente. Iniziò ad opera dei primi missionari che si accompagnavano ai conquistadores e dipendevano dall’arcidiocesi di Siviglia. Attualmente, il 92% circa della popolazione messicana è cattolica. Parte della pervasività della diffusione del cattolicesimo nel paese è da ricondursi al culto della Madonna di Guadalupe: la venerazione della Vergine Maria di Guadalupe si propagò rapidamente in tutto il Messico dopo l’apparizione della Madonna all’indio Juan Diego Cuauhtlatóhuac già nel 1531, dieci anni dopo la conquista. Questa devozione si affermò nonostante l’opposizione di quei religiosi che temevano la sopravvivenza di culti pagani sotto un’apparente devozione cristiana. Infatti, l’apparizione avvenne sulla collina di Tepeyac, dove oggi si eleva il santuario ma che, in epoca precolombiana, era sede del tempio di Tonantzín, "nostra venerata madre”, una dea di origini azteche. Nel 1754, Papa Benedetto XIV nominò la Madonna di Guadalupe patrona principale e protettrice della Nuova Spagna, mentre, nel 2002, Juan Diego è stato proclamato santo da Papa Giovanni II: il luogo è stato definitivamente consacrato al culto cristiano della Vergine Maria. Gli indios, però, sono ancora soliti chiamarla Tonantzín, un nome che i domenicani hanno giudicato essere perfettamente compatibile con la fede cristiana.

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