Per ora la maturità non cambia

Cambia o non cambia? Per mezzo milione di famiglie italiane che hanno i figli nell'anno fatidico dell'esame di maturità è stata la domanda della settimana. Martedì scorso il Corriere della Sera aveva infatti anticipato i contenuti di un provvedimento del ministero che prevedeva profondi cambiamenti.
Per quest'anno nulla di nuovo. Poi il Ministero è corso ai ripari con un comunicato in cui smentisce tutto ma lascia capire che qualcosa di vero c'è. «Contrariamente a quanto riportato questa mattina da organi di stampa è necessario precisare che non c’è alcun cambiamento in vista per l’esame di Maturità del prossimo giugno. Soprattutto per quanto riguarda la composizione delle commissioni», hanno specificato da viale Trastevere. Infatti, secondo il Corriere, nella nuova maturità sarebbero spariti i membri esterni della Commissione d'esame. Il comunicato ha poi spiegato che di una riforma in effetti si sta parlando ma che il percorso è ancora lungo perché si tratta di una legge delega «ancora oggetto di consultazioni e non esistono testi definitivi». Quindi una prima cosa è certa: per quest'anno non si cambia, anche perché non si possono annunciare nuove regole ad anno scolastico già partito. Un'altra cosa è altrettanto certa: l'esame cambierà, forse già a partire dal 2018.
Le possibili novità dal 2018
Due sole prove, via la terza prova. E quali potrebbero essere le novità che verranno introdotte? Certamente si va verso una semplificazione della prova (e anche ad una riduzione dei costi: alla fine è sempre questo il vero obiettivo...). La filosofia è quella di snellire l’esame di Stato, rendendo sempre più importante il percorso che i ragazzi svolgono negli ultimi tre anni di scuola superiore, compresi gli stage, piuttosto che la prova in sé. Quindi due sole prove, la prima sarà un compito di italiano, la seconda sarà quella caratterizzante (la matematica al liceo scientifico, e il latino al classico). Eliminata invece la terza prova, che aveva sempre fatto discutere: non essendo una prova ministeriale, poteva prevedere domande, materie, discipline e durate spesso troppo diverse.
L'Invalsi al quarto anno. L'altra possibile novità sarebbe rappresentata dall'introduzione della prova Invalsi, che verrebbe anticipata pero al quarto anno: un test di italiano, matematica e inglese, svolto al pc. Test che non influirà sul voto finale, ma il cui esito sarà riportato sulla scheda di valutazione conclusiva che affianca la pagella. Un modo per fare emergere quei 100 e lode eventualmente assegnati dagli insegnanti con troppa generosità, com'è accaduto quest'anno in particolare in tante scuole del sud. La prova Invalsi (già introdotta con successo negli esami di terza media) è uno strumento efficace per valutare non solo gli studenti ma anche le singole scuole e la qualità degli insegnamenti forniti.
Diversa composizione del voto. Cambia anche la composizione del voto finale: sarà sempre in centesimi, ma il curriculum scolastico peserà 40 punti anziché 25 come oggi, valorizzando molto di più le esperienze di alternanza a scuola lavoro introdotte dalla riforma della Buona scuola. A ciascuna delle due prove scritte e al colloquio la commissione potrà attribuire al massimo 20 punti (oggi, i tre scritti valgono 15 punti a testa e il colloquio al massimo 30). Per quanto riguarda la commissione l'ipotesi più accreditata (e anche più logica visto lo snellimento complessivo dell'esame) è quella che sia composta da soli membri interni, forse con un unico membro esterno per tutta la scuola.
Quest'anno comunque tutto come prima. Se davvero verrà introdotta l'Invalsi al quarto anno sembra escluso che la nuova maturità riguardi gli studenti del 2018, che quest'anno sono al quarto ma non potrebbero fare la nuova prova. Se ne parla dunque per il 2019.