Novità col freno a mano tirato

Pagare ai parchimetri non si può La sosta domenicale parte piano

Pagare ai parchimetri non si può La sosta domenicale parte piano
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La novità del parcheggio domenicale a pagamento, nella «zona rossa» della città, è partita col freno a mano tirato. L’obbligo di inserire delle monetine per i parchimetri nelle strisce blu contenute in un perimetro di circa un chilometro di diametro fra viale Papa Giovanni, via Moroni, via Masone e via Camozzi – 2 euro all’ora, massimo due ore – non ha dato vita a una giornata «rivoluzionaria». Anche perché l’indicazione dalla Giunta è stata chiara: non calcare la mano, lasciare tempo agli automobilisti di assimilare l’innovazione.  Poi però, verso fine mese, probabilmente i taccuini degli agenti cominceranno a essere messi sotto pressione.

Zero multe. «Non è stata comminata alcuna sanzione da parte della polizia locale negli spazi a parcometro – ha spiega la comandante della polizia locale Gabriella Messina a L’Eco di Bergamo - e non abbiamo registrato segnalazioni di particolari problemi a proposito dei parcheggi». Nonostante molti non avessero pagato: bastava farsi un giro in via Camozzi e dare un’occhiata a i cruscotti per rendersene conto. «Nei prossimi giorni ci riuniremo e valuteremo l’andamento delle case – ha dichiarato l’assessore alla Mobilità, Stefano Zenoni, a L’Eco –. Difficile dare risposte a caldo. Quel che è certo, mi sembra, è che la desertificazione del cuore di Bergamo, temuta da alcuni quando non addirittura annunciata con toni sopra le righe, non c’è stata. Via XX Settembre e il Sentierone, nella prima domenica di sosta a pagamento, e certamente anche grazie alla bella giornata di sole, non si sono svuotate. Del resto, i posti con il ticket festivo sono circa un migliaio su 30 mila disponibili. È nata una piccola Area C. Si può sempre parcheggiare, senza costi, a un quarto d’ora a piedi da Porta Nuova».

Parchimetri non aggiornati. Tra l’altro molti parchimetri non sono stati aggiornati per tempo, quindi non permettevano di pagare. Certo, ci sono altre formule, con la app di Atb e quella di Telepass Pyng, ma non tutti sono tenuti ad averle sul telefono (e a saperle usare). Tante le segnalazioni su Facebook. Quella di Luca Renica, ad esempio, rilanciata dal consigliere della Lega Nord Alberto Ribolla, relativa a via Locatelli.

 

 

Il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Fabio Gregorelli, ha postato invece una foto relativa a via Quarenghi. Guaio analogo in piazza Matteotti. E questo nonostante i cartelli fossero stati aggiornati. Atb, responsabile della gestione dei parchimetri, ammette che «qualche svista ci possa essere stata. Ci attiveremo subito, pertanto, per i necessari controlli e, ove venissero riscontrate anomalie, si provvederà rapidamente. Intanto ringraziamo i cittadini che hanno fatto pervenire le loro segnalazioni ».

Autobus: attese sfiancanti. Chi si è cimentato con il servizio pubblico si è dovuto confrontare con attese sfiancanti. Ma questa non è una novità. Gli orari indicati alle paline sono estremamente rarefatti, rispetto ai giorni scolastici. E spesso non vengono del tutto rispettati. Anche i tabelloni elettronici non davano conforto, ieri: lungo la tratta via Camozzi-via Tiraboschi proponevano, al posto di linee e minuti, il logo di Atb con l’ora solare. Per quanto riguarda la bassa frequenza di corse, il motivo è sempre lo stesso: l’azienda ha dei conti da fare stare in piedi. Se non si vuol finire come città dove le ex municipalizzate del trasporto pubblico locale sono finite a gambe all’aria, non si possono disperdere troppe risorse quando c’è poca utenza. Severo, ma giusto.

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