Un bancone taumaturgico

Ha patteggiato la finta guaritrice Barista smascherata da Striscia

Ha patteggiato la finta guaritrice Barista smascherata da Striscia
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Ha patteggiato una pena pari a un anno e quattro mesi la finta guaritrice da bar finita a processo a seguito di un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Lecco nei primi mesi del 2015. La vicenda che ha visto protagonista una donna di 44 anni, residente a Olgiate Molgora, era balzata agli onori delle cronache nazionali grazie al servizio prodotto da Striscia la notizia. Il noto telegiornale satirico di Canale Cinque aveva infatti inviato una sua troupe a Calco per smascherare, con l'inviato Max Laudadio, l'attività illecita svolta dall'allora titolare del bar Dolce Idea (che aveva poi chiuso i battenti, per poi riaprire – e già richiudere – con una nuova gestione totalmente slegata alla vicenda precedente) una volta abbassate le saracinesche dell'attività commerciale situata lungo via Nazionale. Spenta la macchinetta del caffè e riordinato il bancone, il bar si trasformava infatti in una location per improvvisate sedute di pranoterapia. Utilizzando dei semplici fili di rame, la donna sosteneva di riuscire a captare la presenza di malattie e tumori, fornendo anche, pur non avendo titolo alcuno, diagnosi e consigli medici, azzardandosi perfino a promettere guarigioni grazie all'utilizzo di elettrodi e flussi positivi.

 

 

L'indagine. Sollecitata a indagare nel merito a seguito della segnalazione di un cittadino, i baschi verdi, coordinati a suo tempo dal capitano Selenia Centi avevano effettivamente appurato che la donna esercitava senza titolo alcuno, truffando anche la gente a cui diagnosticava malattie inesistenti promettendo fin troppo facili guarigioni. Il servizio trasmesso da Striscia la Notizia aveva confermato il quadro accusatorio. Un inviato aveva infatti finto di voler ricorrere ai suoi metodi alternativi per conoscere il suo stato di salute, riprendendo poi il tutto con una telecamera nascosta. «Ho fatto delle analisi e mi hanno trovato un tumore alla prostata» la dichiarazione del «finto» malato, fatto sdraiare poi su un lettino sistemato alla meglio nella sala, tra i tavoli del bar, attaccato a degli elettrodi di un biorilevatore. Una macchina che avrebbe confermato la presenza del tumore, giudicato però guaribile dalla barista guaritrice, lesta ad asserire: «La massa tumorale non è eccessiva» e a chiedere conto della parcella. Non sapeva, la donna, di essere attesa, dai baschi verdi della Guardia di Finanza, presenti in via Nazionale insieme a Max Laudadio. La donna è stata poi denunciata per esercizio abusivo della professione medica e truffa aggravata dalla «minorata difesa» dei suoi clienti, ovvero persone malate, in condizioni di disperazione tali da renderle facili prede con false promesse, reati per cui è stata chiamata a comparire in Tribunale a Lecco. Martedì 12 dicembre si è conclusa la vicenda giudiziaria che l'ha vista imputata. Durante l'udienza precedente, che si era tenuta nel mese di novembre, l'accordo non era stato trovato. Di fronte al giudice per le udienze preliminari di Lecco Massimo Mercaldo, il suo avvocato difensore ha concordato con il pubblico ministero una pena di un anno e quattro mesi.

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