L'aria che tira

Il Pd pensa a Martina in città E Berlusconi pensa alla Ronzulli

Il Pd pensa a Martina in città E Berlusconi pensa alla Ronzulli
Pubblicato:
Aggiornato:

Le date ancora non ci sono, ma pare sempre più probabile che il 4 marzo 2018 i lombardi si recheranno alle urne per esprimere il proprio voto per le elezioni nazionali e per quelle regionali. E così, sebbene manchino più di due mesi, tutte le forze in gioco scaldano i motori. A dir la verità, almeno in Bergamasca, il centrodestra pare veleggiare in tutta tranquillità verso la vittoria. La Lega, come raccontato da BergamoPost, è il primo partito sul territorio e difficilmente, per quanto riguarda l’elezione del nuovo Parlamento, lascerà scampo nei collegi uninominali. Un quadro che fa comodo anche a Forza Italia, che può così concentrarsi con calma sui nomi da piazzare nelle liste per Roma. Nel centrosinistra, invece, si respira aria di rassegnazione. Gli esponenti bergamaschi sono consapevoli che si vedranno costretti a far le nozze coi fichi secchi, che in termini numerici significherà portare due uomini alla Camera, due al Senato (ma in coabitazione con Brescia) e due al Pirellone, anche se sulle regionali molto dipenderà dalla composizione delle due liste civiche di sostegno a Giorgio Gori e dai risultati che porterà a casa il candidato bergamasco alla guida della Regione per i Cinque Stelle, Dario Violi.

In casa Pd, quindi, la situazione è abbastanza delineata: Giovanni Sanga ed Elena Carnevali sono i nomi caldi per la Camera, Antonio Misiani per il Senato. Eppure nulla è scritto. La scorsa settimana, infatti, la sezione bergamasca dell’associazione Freedem, dichiaratamente renziana, ha lanciato una raccolta firme interna al partito per richiedere un «ricambio generazionale» nelle liste. Una mini-rottamazione che vedrebbe direttamente coinvolti, dunque, a livello nazionale Sanga e Misiani e a livello regionale Mario Barboni, tutti e tre ben oltre il primo mandato. Tra le firme raccolte, c’è anche quella del presidente della Provincia Matteo Rossi, che si sta giocando un posto in Lombardia proprio con Barboni e Jacopo Scandella. Una presa di posizione, quella di Rossi, che pare non sia piaciuta a Sanga, sebbene l’esponente dem della Val Cavallina abbia preferito non commentare pubblicamente la cosa. Sempre nel Pd bergamasco, inoltre, si sta facendo largo un’ipotesi che pareva improbabile: “schierare” nel collegio uninominale della città il ministro e vicesegretario nazionale Maurizio Martina, con la speranza che metta... Continua

 

Per leggere l’articolo completo, rimandiamo a pagina 15 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 28. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali