Che strano: le pensioni di invalidità al Sud sono il triplo rispetto al Nord

L'ultimo osservatorio dell'Inps legato ai numeri delle erogazioni previdenziali, in senso ampio, in Italia ha fornito alcuni interessanti dati su cui vale la pena concentrare l'attenzione. In primo luogo, negli ultimi 13 anni il numero di nuove pensioni di vecchiaia, ovvero le tipiche prestazioni statali ai lavoratori che hanno terminato la propria carriera, si è quasi dimezzato, passando dalle 494mila del 2003 alle 286mila del 2015. La causa di questo brusco calo, si capisce, risiede nelle politiche stringenti adottate negli ultimi anni tese a posticipare sempre di più l'età pensionabile dei lavoratori, al fine di alleggerire la spesa previdenziale dello Stato: nel 2003 si andava in pensione mediamente a 59,7 anni, nel 2015 a 62,7, in questi primi mesi del 2016 addirittura a 65,4. Decisamente contrario, invece, è il trend riguardante i nuovi assegni assistenziali che annualmente lo Stato stacca in favore di cittadini affetti da disabilità e a bassissimo reddito: 571mila quelli del 2015, quando nel 2003 erano 465mila. Di questi, la maggior parte sono erogati al Sud, e molti sono risultati peraltro illegittimi.
Quante pensioni e a chi. Ma veniamo a numeri più dettagliati: nel 2015 la spesa previdenziale complessiva dell'Italia è stata di quasi 197 miliardi di euro, di cui circa 177 per le pensioni canoniche, mentre 20 miliardi sono andati per quelle assistenziali. In termini di soggetti riceventi, dei 14,3 milioni di italiani che percepiscono un assegno previdenziale, 4,2 sono lavoratori che hanno raggiunto l'età pensionabile, 272 mila sono individui che hanno usufruito del prepensionamento, 4,9 milioni sono soggetti che hanno versato i sufficienti e necessari contributi, 3,8 milioni sono persone che godono della pensione assistenziale e un milione che dispongono di invalidità previdenziale. Di quei 3,8 milioni di pensioni assistenziali, la maggior parte sono per invalidità civile, ben 2.980.799., di cui 1,7 milioni sono assegni di accompagnamento (badanti e affini). Notevole il dato che certifica che non sono affatto pochi gli italiani che dispongono di più di una sola pensione (la maggior parte della popolazione fra i 75 e i 79 anni) mentre chi ha più di 90 anni gode, in media, di quasi due pensioni.
Dove vengono erogate più pensioni. Da un punto di vista geografico, si segnala una curiosa divaricazione: mentre il maggior numero delle pensioni di vecchiaia e di anzianità si concentra al Nord (190 pensionati ogni 1.000 residenti contro i 102 del Sud), per quanto riguarda le pensioni assistenziali le proporzioni sono completamente capovolte: al Nord vengono erogati 7,8 assegni sociali ogni 1.000 abitanti, al Sud tre volte tanto, 22,6. Quelle legate ad invalidità civili (malattie fisiche o psichiche che pregiudicano la possibilità di lavorare regolarmente) sono 37,2 ogni 1.000 abitanti al Nord, e diventano 50,8 al centro e addirittura 64,1 al Sud. Ragionando per singole Regioni, è curioso come quelle con il minor numero di pensioni classiche siano anche quelle con il maggior numero di quelle assistenziali, e viceversa: la Sicilia, per esempio, vede assegnarsi 177 assegni previdenziali ogni 1.000 abitanti, contro i 265 della Lombardia, ma anche 97 assistenziali rispetto ai 46 sempre della Lombardia.
Molte sono truffe. Nel 2013, l'allora presidente Inps Antonio Mastrapasqua spiegò che “in questi anni l'Inps ha revocato quasi 100mila false prestazioni di invalidità civile”. La lotta alle illegittime erogazioni assistenziali è un tema particolarmente sentito dalla politica: negli ultimi mesi dello scorso anno anche il governo Renzi ha ribadito che il risparmio dagli assegni ai falsi invalidi dovrebbe contribuire alla spending review di 10 miliardi prevista per il 2016. Tuttavia, se da un lato i maggiori controlli possono far recuperare denaro pubblico, dall'altro risultano anche molto costosi, producendo quindi un risparmio marginale modesto. Inoltre, l'attuale esecutivo non è il primo che prova a combattere il fenomeno dei falsi invalidi: già nel 2003 ci provò Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia nel secondo governo Berlusconi. Dopo di lui il tema venne indicato come priorità anche da Romano Prodi nel 2007, e in tempi più recenti ci hanno provato anche Mario Monti (che lanciò 150 mila verifiche aggiuntive), e Carlo Cottarelli, il “Signor Spending Review” di Enrico Letta. I risultati, però, continuano ad essere piuttosto scarni.