«Acriter et fideliter» e altre curiosità

Perché il Papa ha congedato il capo delle Guardie Svizzere

Perché il Papa ha congedato il capo delle Guardie Svizzere
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Con una nota stampa apparsa sul quotidiano pontificio l’Osservatore Romano, ieri, 3 dicembre, Papa Francesco ha congedato il Colonnello Daniel Rudolf Anrig, Comandante del Corpo della Guardia Svizzera. Come si legge nel comunicato in questione, l’ufficio terminerà il 31 gennaio 2015, data in cui giunge al termina la proroga concessa dopo la fine del suo mandato quinquennale (scaduto nel 2013). Una decisione a sorpresa del Pontefice, che ha dato adito a vivaci teorie.

L’ipotesi più accreditata riguarderebbe l’intenzione di Francesco di dare un’impronta meno militare al Corpo della Guardie Svizzere; Anrig, al di là di tutto comunque molto stimato da Bergoglio (tanto, appunto, da aver ottenuto una proroga del proprio mandato), era noto per essere un comandante particolarmente severo ed esigente, cosa che, a quanto pare, non doveva essere particolarmente gradita al Papa. Sembrerebbe addirittura che un membro del Corpo, di cui l’identità è ignota, una volta appresa la notizia della fine del mandato di Anrig, abbia dichiarato: «È la fine di una dittatura». A corroborare una tesi del genere, c’è un significativo precedente: l’ormai ex comandante delle Guardie Svizzere, all’epoca in cui era membro della Polizia Cantonale di Glarona, in Svizzera, venne accusato dalla Croce Rossa e da Amnesty International di adottare comportamenti lesivi dei diritti dell’uomo nei confronti degli immigrati presenti nei vari centri di accoglienza elvetici.

Una seconda teoria vorrebbe Francesco particolarmente indispettito dal fatto che Anrig si sia fatto costruire un’abitazione personale proprio sopra la caserma del Corpo: un appartamento particolarmente grande e lussuoso, in netto contrasto con la politica di austerità e semplicità che sta caratterizzando, fin dai primi giorni, il Pontificato di Bergoglio.

Ma al di là delle fantasie dietrologhe giornalistiche, si può anche prendere in considerazione l’ipotesi più semplice e immediata: Anrig, scaduti i 5 anni di mandato e terminata anche la proroga concessa proprio da Papa Francesco, avrebbe raggiunto la conclusione naturale del suo compito, per lasciare ad altri il comando delle Guardie Svizzere.

Il principale candidato alla successione di Anrig è Christoph Graf, appartenente al Corpo delle Guardie Svizzere da ben 27 anni, e giunto all’attuale ruolo di vicecomandante dopo aver iniziato con il grado più basso, quello di truppa semplice.

Il Corpo delle Guardie Svizzere. Acriter et fideliter: è questo il motto del corpo militare del Vaticano, che venne fondato nel gennaio del 1506, quando il capitano svizzero Kaspar von Silenen, al comando di 150 soldati, si presentò al cospetto di Papa Giulio II, con il preciso intento di servire e proteggere la persona del Pontefice.

Il numero dei membri è variato nel corso dei secoli, fino a stabilizzarsi agli attuali 300. I requisiti per poter entrare nel Corpo sono molto dettagliati: occorre anzitutto essere di sesso maschile, di fede cattolica, dotato di cittadinanza svizzera e di un periodo di formazione presso l’esercito elvetico, ed avere un’età inferiore ai 30 anni. Curiose sono le regole circa il matrimonio: per poter sposarsi la guardia deve avere almeno 25 anni, aver servito per almeno tre anni, impegnarsi a servire per almeno altri tre anni e aver raggiunto come minimo il grado di Caporale.

Ogni anno, nel giorno dell’anniversario del Sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi (6 maggio) le nuove reclute effettuano il giuramento solenne: «Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice, e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Capitano Comandante e agli altri miei Superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Lo giuro. Che Iddio e i nostri Santi Patroni mi assistano».

La Guardia Svizzera si occupa della sicurezza del Papa e della Città del Vaticano, sorvegliando gli alloggi pontifici e mantenendo l’ordine durante le cerimonie religiose. Le giornate del Corpo sono rigidamente organizzate, attraverso l’alternanza fra servizi di guardia dei vari luoghi del Vaticano ed esercitazioni militari.

La bandiera del corpo, le cui dimensioni sono fissate in 2,2 metri per 2,2 metri, è composta da una croce bianca in quattro campi, dei quali il primo reca lo stemma del papa regnante e il quarto quello di Papa Giulio II, entrambi su campo rosso. Il secondo e il terzo campo recano i colori del Corpo, che sono il blu, il rosso e il giallo. Lo stemma del comandante in carica viene disegnato tradizionalmente con i colori del suo cantone di origine ed inserito al centro della croce.

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