All'asta da Sotheby's

Undicimila euro a bottiglia Il vino più desiderabile al mondo

Undicimila euro a bottiglia Il vino più desiderabile al mondo
Pubblicato:
Aggiornato:

Il vino francese, si sa, è uno dei più apprezzati al mondo, ma sicuramente anche uno dei più costosi. A confermarlo, la vendita di un lotto di 114 bottiglie di Borgogna per un valore complessivo di un milione e 200 mila euro (circa 11 mila euro a bottiglia). L’asta record è stata tenuta da Sotheby's a Hong Kong e l’acquirente ha voluto rimanere anonimo.

Certo, si sta parlando di una delle etichette più famose e apprezzate della storia del vino, il mitico pinot nero Romanée-Conti che già negli anni precedenti aveva incassato cifre da capogiro. Si aggiunga che il lotto rappresentava una collezione eccezionale che difficilmente un facoltoso esperto si sarebbe lasciato scappare: sei bottiglie per ognuna delle 19 annate (dal 1992 al 2010). Robert Sleight, capo del dipartimento enologico per Sotheby's Asia ha commentato: «Questo lotto di Romanée-Conti rappresentava un'occasione unica di acquistare una quantità senza precedenti del vino più desiderabile al mondo».

 

ROmaneeconti etichetta

cippo
Foto 1 di 4
Romaneeconti
Foto 2 di 4
Romaneeconti2
Foto 3 di 4
drc340
Foto 4 di 4

La lunga storia di un’eccellenza. La regione della Borgogna, e in particolare quella zona che da Digione scende verso sud per circa 50 chilometri, è una delle più vocate in fatto di vino. Siamo nel cuore della Francia, qui la coltivazione della vite è cominciata con i romani nel Primo secolo, seguita a ruota dall’intervento dei Burgundi, che diedero il nome a questa terra.

Ma la vera svolta si ebbe con l’infaticabile lavoro dei monaci benedettini e cistercensi, a cui si deve l’introduzione dei vigneti attuali, pinot nero e chardonnay, e l’importantissima opera di classificazione dei vigneti in genere. Individuando le specifiche caratteristiche di ogni appezzamento di terra, operarono una suddivisione delle vigne in base alla qualità del terreno, dando vita al concetto di terroir: ogni suolo avrebbe dato al vino caratteristiche del tutto peculiari. All’inizio dell‘Ottocento si confermò il lavoro di riconoscimento qualitativo operato nel Medio Evo e vennero individuati quelli che oggi si chiamano i Grand Cru, ovvero l’eccellenza del vigneto di Borgogna. Tra questi c’è ovviamente il Romanée-Conti.

 

cavallo

 

Come nasce uno dei vini più buoni al mondo. Questa porzione di vigneto coltivata a pinot nero appartiene alla tenuta Domaine de la Romanée-Conti nel comune di Vosne-Romanée. Con una superficie 1,8 ettari non è più che fazzoletto di terra, la più piccola Grand Cru di pinot nero della tenuta. Le rese sono molto basse, per garantire una qualità elevata, mediamente per ottenere una bottiglia occorrono i frutti di tre viti e nelle migliori annate si arriva a produrre 5000 bottiglie in totale. Qui il terreno, ricco di calcare e con un’esposizione ottimane, permette al pinot nero di esprimere tutta la sua classe.

Addirittura, da qualche anno è stato introdotto l’uso del cavallo al posto di mezzi meccanici per evitare di danneggiare il suolo. Per quanto riguarda il lavoro in cantina, gli interventi sono molto ridotti per ottenere un prodotto il più possibile naturale. La maturazione avviene in botti nuove ogni anno, per assicurarsi un processo perfetto ed escludere rischi di contaminazione con le annate precedenti. Una fornitura privata di rovere dalle foreste di Troncais assicura l’utilizzo del miglior legno. Dopo un periodo variabile dai 16 ai 20 mesi, il vino è pronto per essere venduto ai pochi fortunati che potranno permetterselo.

Seguici sui nostri canali