Quattro giorni di proteste

Perché gli indiani d'America Sioux marciano davanti alla Casa Bianca

Perché gli indiani d'America Sioux marciano davanti alla Casa Bianca
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Una marcia colorata, pacifica, ma fortemente sentita. A Washington, proprio davanti alla Casa Bianca in cui da gennaio ha preso residenza Donald Trump, sono arrivati i Sioux. Sono migliaia e il loro obiettivo è far sentire forte e chiaro il "no" alla realizzazione degli oleodotti Dakota Access e Keystone XL, bloccati dall'Amministrazione Obama ma rilanciati dall'attuale Presidente degli Stati Uniti con un ordine esecutivo firmato il 24 gennaio. Questo provvedimento non concede i permessi finali, ma avvia comunque i progetti verso l'approvazione. Una mossa che non si può certo definire una sorpresa, quella di Trump, visto che in diverse occasioni durante la campagna elettorale aveva ripetuto di voler dare il via libera alla costruzione degli oleodotti, sostenendo l'industria petrolifera che aveva finanziato il progetto e alimentando l'idea che la loro realizzazione rappresenterebbe innumerevoli opportunità lavorative.

 

 

Sin da subito l'opposizione dei Sioux, in particolare quelli della riserva di Standing Rock dove passerebbero gli oleodotti, è stata netta. Erano stati proprio loro, nel 2015, a convincere Obama a bloccare il progetto. Con Trump, però, le cose stanno andando diversamente e da qui la decisione di marciare davanti alla Casa Bianca. «Siamo qui per dimostrare la nostra contrarietà a questa decisione, che è un'ingiustizia, e continueremo la nostra protesta pacifica», ha dichiarato all'Ansa Dave Archambault, rappresentante della tribù Sioux Standing Rock. «Le popolazioni indigene non possono sempre essere messe da parte a vantaggio degli interessi aziendali o dei capricci del governo» ha poi aggiunto.

I manifestanti sono riuniti davanti alla Casa Bianca, dove intonano slogan a difesa dell'ambiente e dell'acqua indossando costumi tradizionali. L'hanno rinominata "Native Nations March on DC" ed è soltanto l'apice di una quattro giorni di proteste iniziata il 10 marzo. Tra i protestanti, come riporta il Guardian, una delle più attive è LeeAnn Eastman della riserva indiana Sisseton-Wahpeton Oyate sul lago Traverse, in South Dakota, la quale ha detto di dubitare del fatto che Trump sia preoccupato da questa manifestazione, ma ha anche sottolineato come il loro obiettivo sia quello di "sfondare" raggiungendo più persone possibili. «Hanno svegliato un gigante decidendo di far passare questo gasdotto attraverso la nostra terra, la nostra terra sacra - ha dichiarato la Eastman -. Facciamo tutto in pace, preghiamo, ma non permetteremo che distruggano tutto, che contaminino le nostre acque». La donna ha poi aggiunto: «Sappiamo che Trump ha chiuso il suo cuore e la sua mente alle nostre richieste, così come lo ha fatto con tutto il Paese. Noi preghiamo sempre per lui, ma dobbiamo considerare anche altre strade per raggiungere i nostri obiettivi».

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Over a thousand activists rallied on the steps of the U.S.
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US DISTRICT COUR, WASHINGTON DC, DISTRICT OF COLUMBIA, UNITED STATES - 2016/08/26: Over a thousand activists rallied on the steps of the U.S. District Court Washington DC in solidarity with Standing Rock Sioux Tribe, who has sued the U.S. Army Corps of Engineers over its approval of the $3.8 billion Dakota Access Pipeline that would grant permits at more than 200 water crossings in four states for the pipeline. The hearing is in conjunction with the on-going protests taking place in North Dakota, in the Sacred Stone Spirit Camp. Just over a dozen indigenous activists began protesting on April 1, but after a "call to action" went out on August 15, over 2,500 people from over 47 different tribes, along with non-tribal activists, have traveled to the site and effectively shut down construction. Energy Transfer Partners, a private Dallas-based company, has agreed to halt construction until the ruling by the federal court in Washington D.C. After the hearing the Judge delayed his decision until September 14, 2016. (Photo by Michael Nigro/Pacific Press/LightRocket via Getty Images)

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WASHINGTON SQUARE PARK, NEW YORK, UNITED STATES - 2016/09/09: Hundreds Rally for Standing Rock Sioux in New York City in solidarity to stop the Dakota Access Pipeline (DAPL). A federal Judge denied the tribes request for an injunction, but in a rare move federal agencies ordered a statement that paused pipeline construction. The story continues. The movement grows. (Photo by Michael Nigro/Pacific Press/LightRocket via Getty Images)

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Rally In Support Of A Lawsuit Against The Army Corps Of Engineers To Protect Water & Land From The Dakota Access Pipeline
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WASHINGTON, DC - AUGUST 24: Actresses Riley Keough (L) and Susan Sarandon (R) participate in a rally in support of a lawsuit against The Army Corps of Engineers to protect water and land from the Dakota Access Pipeline on August 24, 2016 outside of the U.S. District Court in Washington, DC. The $3.8 billion pipline, running from Western North Dakota to Illinois, would cut through Standing Rock Sioux Nation sacred lands and water sources. (Photo by Paul Morigi/WireImage)

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Molto più duro Bill "Mano Sinistra", uno dei membri della tribù Sioux di Standing Rock: «Siamo venuti in pace, ma ci hanno attaccato con proiettili di gomma e gas lacrimogeni, bombe assordanti e idranti. Questa è una palese violazione dei nostri diritti civili, oltre che dei nostri diritti come popolo indigeno». Gli indiani dicono che il progetto di realizzazione del gasdotto (che dovrebbe costare addirittura 3,8 miliardi di dollari) minaccia il loro approvvigionamento di acqua dal fiume Missouri, attraversa la terra sacra ed è stato approvato senza un'adeguata consultazione con i leader delle loro tribù e senza uno studio approfondito dell'impatto ambientale. Nei giorni scorsi, i leader dei protestanti hanno incontrato alcuni membri del Congresso per discutere della situazione, ma senza grandi risultati. Da qui la decisione di procedere con la marcia, che ha portato migliaia di persone ad accamparsi per le vie di Washington.

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