Perché ha trionfato l'estrema destra alle elezioni presidenziali austriache
Domenica 23 aprile in Austria si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali, da cui è uscito vincitore il candidato di estrema destra, Norbert Hofer, appartenente al partito della Libertà (Fpoe). Hofer, che ha ottenuto oltre il 35 percento delle preferenze, sfiderà al ballottaggio del 22 maggio Alexander van der Bellen, del partito dei Verdi, che, nonostante fosse il grande favorito alla vigilia del voto, ha ottenuto solo il 21 percento. Nessuno dei due contendenti è espressione dei grandi partiti che sono al governo di Vienna, popolari e socialisti, mentre oggi in Austria il presidente della Repubblica è Heinz Fisher, appartenente al Spoe, il partito socialdemocratico di centro sinistra.
Gli altri candidati, il socialista Rudolf Hundstorfer e il popolare Andreas Khol, si sono fermati entrambi all’11 percento, mentre la candidata indipendente Irmgard Griss è arrivata al terzo posto, guadagnando quasi il 12 percento. Si pensa che al ballottaggio gli elettori che appoggiavano questi candidati voteranno Van der Bellen, che probabilmente raccoglierà molti consensi anche nelle grandi città. A Vienna, ad esempio, al primo turno i verdi hanno ottenuto il 33 percento delle preferenze.
Un risultato mai visto. In ogni caso, il vincitore dal ballottaggio sarà il nono Presidente della Repubblica, rappresentando un unicum nella storia austriaca, dato che per la prima volta non sarà appoggiato da uno dei partiti che hanno dominato la scena politica degli ultimi settant'anni. Il rischio elezioni anticipate, con queste premesse, è un’eventualità assai concreta.
Il dato più eclatante di queste elezioni è il fatto che i due grandi partiti austriaci, i socialdemocratici del Spo e i conservatori dell’Ovp, oggi al governo, hanno ottenuto il peggiore risultato nella loro storia politica. Incapaci di dare risposte chiare ai bisogni degli elettori, hanno provocato una sfiducia nei partiti tradizionali. Già dai sondaggi si preannunciava la loro sconfitta, anche se non così cocente.
Chi è Norbert Hofer. 45 anni, ingegnere, Hofer, che fa politica dal 1994, è un uomo che ama girare armato. È contrario alle nozze e all’adozione per le coppie omosessuali, e chiede che alle donne musulmane sia vietato indossare il velo. Nonostante il leader del Fpoe, Heinz-Christian Strache, abbia commentato così la sua vittoria: «Abbiamo scritto la storia, oggi inizia una nuova era politica», Hofer è considerato l’erede politico di Joerg Haider, il leader storico del partito morto in un incidente d’auto nell’ottobre 2008. Tra i programmi di Hofer, oltre ai maggiori controlli sugli immigrati e richiedenti asilo, c’è la riforma sanitaria che includa per i disabili l’assistenza a lungo termine. Del resto lui stesso è disabile, in seguito alla caduta dal parapendio che gli ha provocato lesioni spinali e lo costringe a camminare aiutato da un bastone.
La questione migranti e la deriva estremista. Alle elezioni di domenica scorsa si è arrivati dopo una campagna elettorale dai toni forti, principalmente giocata sul tema dei migranti. Entrambi i candidati usciti vincitori dal primo turno elettorale hanno manifestato le loro critiche nei confronti delle scelte del governo. Hofer è espressione dell’ultranazionalismo anti-migranti, a suo tempo aveva definito l’accordo con la Turchia «fatale» e nei suoi obiettivi c’è quello di impedire all’Austria di diventare «terra di immigrazione». Sul lato opposto, invece, Van der Bellen ha accusato il Governo di aver adottato politiche troppo dure e repressive nei confronti dei richiedenti asilo.
Dunque, ecco l’affermazione così netta dell’ultra-destra. I sondaggi un po’ l’avevano pronosticato, ma nessuno si aspettava che Hofer vincesse a man bassa. Il direttore dell’Istituto storico austriaco di Roma, Andreas Gottsmann, sostiene che l’Austria sta assistendo al «crollo del sistema politico dei partiti esistente sin dalla fine dell'Ottocento» e che gli austriaci cominciano a temere una vera vittoria del partito ultranazionalista anti-immigrati e anti-europeo, che potrebbe portare in caso di elezioni anticipate anche alla conquista del parlamento. Una vittoria, quella di Hofer, che ha incontrato il plauso sia della Lega Nord italiana sia del Front National francese, le due grandi forze populiste che si stanno facendo sempre più strada in Europa. Sia Matteo Salvini sia Marine Le Pen non hanno tardato a congratularsi con il vincitore per il risultato ottenuto.