Perché la Francia ci sta trattando come il suo "cortile di casa"

I fatti parlano in modo sin troppo chiaro: prima è arrivato il rifiuto da parte francese alla richiesta italiana di aprire i porti francesi alle navi che soccorrono migranti, poi l’incontro a Parigi tra il neo presidente francese Emmanuel Macron con il premier libico Faiez al Sarraj e il generale Khalifa Haftar organizzato senza coinvolgere Roma. E ora la decisione di nazionalizzare i cantieri navali STX per impedire che Fincantieri prendesse la maggioranza. Ci sono pochi dubbi che Macron avendo individuato nell'Italia un socio fragile e diviso della compagine europea abbia deciso di passare all'offensiva e portare a casa risultati su tutti i fronti. Non va dimenticato che nel frattempo è stato fatto un passo avanti verso la francesizzazione di Telecom, defenestrando l'ad Flavio Cattaneo e imponendo come direttore operativo Amos Genish, un manager israeliano, guru delle telecomunicazioni con un passato da capitano nella prima guerra del Libano.
Quanto agli altri poteri il presidente Arnaud de Puyfontaine (che è presidente anche della compagnia tlc francese Vivendi) ha assunto anche quelli dell’amministratore delegato. Domani a Roma ci sarà il confronto importante per capire le conseguenze dell’ultimo strappo francese, quello che ha impedito a Fincantieri di prendere il 51 per cento di STX. Per la Francia ci sarà il ministro dell'economia Bruno Le Maire. L’Italia, attraverso il ministro Calenda (l’unico soggetto forte in queste trattative da parte italiana. «Non è un gioco da asilo dove si mostrano i muscoli: non si fa il gioco a chi è più forte, ma a chi è fermo», ha detto domenica), ha fatto sapere che o è il 51 per cento o non se fa niente. I francesi per addolcire l’arrabbiatura italiana proporranno un’alleanza allargata anche alla cooperazione militare.
Ma perché si è arrivati a questa prova di forza da parte francese? Una spiegazione l’ha data Giulio Tremonti attraverso un’intervista concessa nei giorni scorsi al Corriere della Sera. L’Italia – è la sintesi del suo pensiero – nel disegno reale dell’Europa «è il cortile di casa della Francia». «In Europa», ha spiegato, l’ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi, «l’asse del potere ruota ancora intorno al rapporto tra Francia e Germania che trae origine dal trattato dell’Eliseo del 1963 tra De Gaulle e Adenauer. Un trattato che, dice la leggenda, ha ancora clausole segrete e che serve alla Francia per mascherare la sua relativa perdita di potenza e alla Germania per parlare di Europa e non di Germania. Arrivando a oggi e avendo l’Europa una configurazione più economica che politica, la divisione del potere è in atto con l’”assegnazione” di quello che in gergo diplomatico si definisce un “cortile di casa”. Alla Germania nell’area dell’Est e qualcosa in Spagna, alla Francia l’area italiana».
Tremonti poi sottolinea il fatto che non si può andare a trattative di questa importanza con un governo debole. E a dargli conferma domenica è arrivata la presa di distanza di Renzi che ha voluto giustificare la scelta di Macron, mettendo così ancor più in difficoltà Gentiloni, Padoan e Calenda che domani se la vedranno con gli interlocutori francesi. A volte la sensazione è che la politica italiana abbia proprio la mentalità da cortile di casa...