Il nuovo scontro sui migranti

Il tetto agli ingressi in Austria e Renzi che accusa i paesi l'Est

Il tetto agli ingressi in Austria e Renzi che accusa i paesi l'Est
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È un’Europa sempre più spaccata quella uscita dal vertice di Bruxelles sui migranti. Il blocco dell’Est appare sempre più coeso nel dire no agli ingressi dei profughi, mentre l’Austria non vuole cedere sul tetto massimo di ottanta richieste di asilo giornaliere, fatto salvo il permesso di transito nel Paese a non più di 3.200 persone al giorno che intendono fare richiesta di asilo in un Paese Ue. La Grecia, invece, ha minacciato di dare il suo appoggio al cosiddetto Brexit, cioè l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, in caso di chiusura delle frontiere prima del 6 marzo, giorno in cui ci sarà il vertice tra Turchia e Ue in tema di migrazioni.

I motivi di Vienna. Quella di Vienna è una decisione che si è attirata le critiche della Commissione europea per via dell’incompatibilità con le norme europee e il diritto internazionale, ma sulla quale il cancelliere austriaco Werner Faymann non è intenzionato a mollare la presa: «L’Austria ha già fatto più di quello che doveva, ora spetta agli altri fare altrettanto», ha sentenziato, aggiungendo che «se tutti accettassero i nostri stessi numeri in relazione alla popolazione, potremmo distribuire oltre due milioni di rifugiati. Quindi penso che noi non possiamo andare oltre la quota di 37.500 richiedenti asilo». Oggi l’Austria è uno dei Paesi europei che ha accolto il maggior numero di persone, circa 90mila nel solo 2015, e il blocco nell’accoglienza pare necessario al Ministero degli Esteri perché si stima che nei prossimi mesi sarà raggiunto il numero massimo di persone che possono essere accolte. Intanto, però, ieri al valico di Spielfeld, al confine con la Slovenia, di migranti non se ne sono visti, complici anche le avverse condizioni meteo dei giorni scorsi nell’Egeo, che hanno reso impossibili le partenze dei barconi e hanno frenato il flusso di profughi.

 

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Rischio chiusura anche al Brennero. Ma ci sono altri valichi che andrebbero, di fatto, chiusi. E sono quelli al confine con l’Italia: Brennero Tarvisio e Resia. Qui dovrebbero venire inaspriti i controlli mediante corsie per verificare il passaggio di merci e persone, oltre alla creazione di recinzioni per regolare il flusso dei profughi. Una notizia confermata nei giorni scorsi dal ministro degli Interni austriaco Johanna Mikl Leitner e da quello della Difesa Hans Peter Doskozil, i quali hanno specificato che anche la Germania ha adottato queste misure al confine con l’Austria. «Impensabile» la chiusura del Brennero secondo il premier Renzi, che al vertice di Bruxelles ha anche minacciato di tagliare i fondi europei ai Paesi che si oppongono all’accoglienza. E proprio al valico del Brennero è stata organizzata una catena umana da alcune forze politiche e sindacali del Trentino Alto Adige, per dire no all’ipotesi di respingimento e al tetto posto dall’Austria.

Bulgaria e Ungheria. L'avvertimento di Renzi, però, non si riferiva solo all’Austria, ma a tutti i Paesi del blocco dell’Est che compatti s'oppongono all'ingresso e alla ridistribuzione dei migranti. In Bulgaria il parlamento ha dato un primo via libera a un emendamento che autorizza l'esercito a schierarsi ai confini per dare man forte alla polizia nell'arginare gli arrivi della cosiddetta rotta balcanica. L'Ungheria, che fa sapere di non accettare il «ricatto politico» italiano, ha chiuso tre passaggi di frontiera ferroviari con la Croazia. La misura, che si unisce ai muri già eretti sui confini terrestri, dovrebbe durare non più di un mese, e sarebbe stata presa per motivi di pubblica sicurezza. Da quei tre valichi di frontiera, Murakeresztur-Kotoriba, Gyekenyes-Koprivnica e Magyarboly-Beli Manastir, sono entrati nel 2015 i migranti diretti in Germania.

 

Serbia Hungary Migrants

 

La scelta serba. In Serbia il governo plaude al modello austriaco e annuncia che seguirà l’esempio. Nel frattempo, come si legge sul quotidiano Novosti, Belgrado ha chiuso le frontiere con la Macedonia visto che la Croazia, che ha già chiuso le frontiere ad eccezione del valico di Bajakovo, non lascia passare i migranti nella loro strada verso la Slovenia e l’Austria. Anche in questo caso, quindi i motivi della chiusura sarebbero di ordine pubblico, per evitare l’accumulo di persone entro i confini nazionali. Il quotidiano fa anche sapere che, per un meccanismo a cascata, anche la Macedonia è stata costretta a chiudere la frontiera con la Grecia.

Repubblica Ceca. Anche la Repubblica Ceca è dello stesso avviso: se la Turchia entro metà marzo non riuscirà a fermare il flusso dei migranti, sarà necessario delineare nuove frontiere a nord della Grecia. Praga inoltre ha promesso alla Bulgaria un aiuto simile a quello che sta già dando alla Macedonia e alla Slovenia, tra cui l'invio di poliziotti e denaro per proteggere i confini. La dichiarazione è in linea con quanto è stato deciso dai Paesi del Gruppo di Visegrad (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia), che concordano sul fatto che occorre una soluzione alternativa alla difesa dei confini meridionali di Schengen da parte della Grecia.

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