Da un video del Washington Post

Perché non ci piace la nostra voce quando ce la fanno riascoltare

Perché non ci piace la nostra voce quando ce la fanno riascoltare
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Chi di noi non si è sentito urtato, per non dire disgustato, dall’ascoltare la propria voce registrata o filmata, alzi la mano. È una scena tipica, con espressioni di sgomento e sdegno, esclamazioni tipo: «Ma sono davvero io?» o «Ti prego, spegni!». Si è dunque tutti pressoché unanimemente d’accordo sul fatto che ascoltarsi dal di fuori sia un’esperienza davvero terrificante. Ma c’è una ragione ben precisa per cui questo accade, anzi più di una. La prima, naturalmente, è scientifica, mentre la seconda è psicologica. A spiegare il tutto ci ha pensato il Washington Post, attraverso questo video illustrativo e chiarificatore:

 

 

Il video, naturalmente, è in inglese, e se siete ferrati con questa lingua vi basterà guardarlo per capire. Ma se invece stentate un pochino con le lingue straniere, qui di seguito vi spieghiamo tutto.

Cosa dice la scienza. Quando parliamo, il canale che permette al suono che emettiamo di pervenire alle nostre orecchie non è solamente l’aria, ma c’è un’altra via. Questo perché, a ben rifletterci, essendo in un certo modo il nostro corpo interamente collegato e racchiuso come fosse una scatola, il suono che viene prodotto dall’interno della gola e del torace produce delle vibrazioni, e quindi dei suoni, percepibili anche solo per vie interne. Il movimento delle corde vocali e di tutto l’apparato da cui nasce la voce produce suoni che, attraverso tessuti, ossa e quant’altro, arriva alla coclea, l’organo uditivo dell’orecchio. Di conseguenza, tutti questi intricati passaggi generano un suono differente, e il nostro sistema uditivo quindi recepisce due onde sonore diverse: quella proveniente dall’esterno, il normale percorso dalla bocca all’orecchio, e quella proveniente invece dall’interno, secondo l’intricato labirinto corporeo descritto. Si capisce allora facilmente come la voce avvertita dalle persone intorno a noi sia di un tipo, quella “originale” si potrebbe dire, mentre quella che udiamo noi è condizionata e alterata dal secondo canale di arrivo del suono, quello interno. Quella che ascoltiamo in registrazioni o video, dunque, è effettivamente la nostra reale voce, quella che tutti gli altri odono e tanto ci infastidisce.

 

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E cosa spiega la psicologia. Ora che abbiamo spiegato come mai udiamo due voci differenti, resta un’ulteriore domanda: perché la detestiamo? Per rispondere, viene in aiuto la psicologia. La spiegazione del perché non sopportiamo la nostra voce dal di fuori è piuttosto semplice. Tutti abbiamo una certa idea del nostro corpo e di tutti i suoi elementi: sappiamo quanto siamo alti, quali sono le nostre forme, il colore degli occhi, i lineamenti del viso, eccetera. E ovviamente, abbiamo una nostra idea del suono della nostra voce, che però, come spiegato, non è in realtà veritiera. Dunque, nel momento in cui vediamo la nostra persona, nel caso ad esempio di un video, o ascoltiamo una registrazione che sappiamo essere stata fatta da noi stessi, e alla nostra persona viene associato un elemento, il suono della voce, che non intendiamo come nostro e che quindi ci appare del tutto estraneo, proviamo un certo disagio. Che, di conseguenza, ha un impatto negativo, poiché psicologicamente avvertiamo la nostra voce come una deformazione, un qualcosa che ci viene appioppato e che invece non dovrebbe aver nulla a che fare con noi. Che poi, in realtà, magari la nostra voce è molto migliore di quella udiamo, ma, per via di questi elementi psicologici appena descritti, la avvertiamo a prescindere come qualcosa di fastidioso e inascoltabile.

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