E lo Stato che fa?

Perché non la apri tu un'attività? Le amare verità di un imprenditore

Perché non la apri tu un'attività? Le amare verità di un imprenditore
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Mario Avagliano è originario di Cava de' Tirreni, in Campania, ma vive a Rimini, dove gestisce delle pizzerie. Il che fa di lui un imprenditore e un datore di lavoro. Il suo post su Facebook del 28 luglio 2014, condiviso da più di 14mila persone, disegna uno spaccato della situazione in cui si trova oggi ogni italiano che scelga di avviare un'impresa con le migliori intenzioni e con tutto l'impegno e la professionalità di cui dispone. Una fotografia ironicamente amara. E verissima (lo dicono anche i commenti - pacati e nient'affatto polemici - al post, dove verità è la parola più usata). In cui non facciamo fatica a riconoscere il circo vorticoso che attornia e fa da zavorra ad ogni azienda, fatto di burocrazia, banche, enti statali. E percentuali effettivamente surreali, tra mutui, tasse e corsi di formazione. Che poi, se le cose vanno male...

 

Nel 2001 lavoravo in una pizzeria sulle colline di Rimini, in un giorno di paga il titolare Giancarlo mi disse: «Sono alcuni mesi che sei andato meglio tu di me, credimi. Hai preso più tu di me». Non gli volli credere. Poi sono diventato imprenditore, ho aperto un paio di pizzerie, e in una pizzeria d'asporto non dico al mio pizzaiolo: «Questo mese sei andato meglio tu di me», ma gli dico: «Questo mese ti devo pagare con i miei soldi, perché l'incasso non basta a coprire lo stipendio di voi dipendenti». È facile dire che i titolari guadagnano più dei dipendenti, però quando dico ai miei dipendenti: «Rilevate voi la pizzeria e gestitela voi», si fanno una risata sotto i baffi, anche se non ce li hanno.

Pensate di essere sottopagati, di essere sfruttati. Siete dei geni della creatività, degli inventivi. Sapete tutto sulle farine e sugli impasti e fate le pizze migliori degli altri... Ma chi aspettate? Ma siete matti? Avete 1000 idee, avete tutta questo bagaglio di potenzialità e continuate a farvi sfruttare dai PADRONI. Potreste diventare ricchi se vi mettete in proprio e invece fate arricchire gli altri, sulla vostra pelle? Scendete in campo! Aprite anche voi un locale! Mettetevi in gioco personalmente! Accendete un fido in banca al 9% di interessi, o un prestito al 7% di interessi, oppure un mutuo al 4% di interessi, più conveniente, ricordandovi però di ipotecare tutto quello che avete, o di farvi fare una piccola firma di garanzia dai vostri genitori, rischiando di portargli via i risparmi e le fatiche di tutta una vita.

Apritevi una partita iva! Iniziate a versare contributi Inps, sia che guadagnate sia che non guadagnate. Pagate le tasse, ora al 22%, ora al 10%, ora al 4%, in base al tipo di merce che vendete. Assumete dipendenti, creando posti di lavoro, facendo del bene al prossimo e alla comunità togliendo disoccupati dalla strada. Fate girare l'economia! Create un indotto di collaboratori, tra commercialista, elaboratori paghe, fornitori, assicuratori, rappresentanti e venditori di ogni genere. Entrate nel mondo delle scadenze mensili, bimestrali, trimestrali, con l'affitto dei muri e il mutuo da pagare, con le bollette dell'energia elettrica, gas, acqua, telefono, immondizia, canone Rai, Sky tv (per chi non si fa mancar niente), giornali e quotidiani. Tenetevi costantemente aggiornati con i corsi di primo soccorso, antincendio, sicurezza, haccp. Sentitevi sempre onorati, con le visite e i controlli, dei vigili urbani, dell'ispettorato del lavoro, della finanza, dell'Asl, dei carabinieri, dei NAS, dei sindacati. Coraggio! Non siate timidi! Fate vedere davvero quanto valete! Fate davvero vedere, tutto quello che sapete fare, non solo a parole!

Ma sappiate e ricordatevi, che se perdete, né lo Stato, vostro socio al 50% (solo sugli utili), né nessun sindacato vi ridarà mai indietro un centesimo di quello che avete speso.

Scusate lo sfogo, non ce l'ho con nessuno, ma bisogna essere dall'altra parte della barricata per poter capire e giudicare. Su 2 locali che lavorano, altri 8 stentano ad andare avanti. Troppo facile parlare senza conoscere l'altra faccia della medaglia! Un saluto a tutti! E buona fortuna!

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