E le cascine storiche cadono a pezzi

Perché, nonostante le sentenze la strada per Piazzo resta chiusa?

Perché, nonostante le sentenze la strada per Piazzo resta chiusa?
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Lo scandalo di una bellezza sottratta agli Albinesi e non solo. Piazzo si sta consumando nel degrado del tempo che passa, con privati che ostruiscono (letteralmente) il passaggio e Comuni che non osano mettere il becco. Uno degli ostacoli maggiori al suo recupero è dato infatti dal problema della percorribilità della zona Piazzo con l’interruzione dei due itinerari comunali che collegavano Albino con Nembro, a opera del privato Bergamelli che ha ostacolato qualsiasi soluzione e, forte del suo influsso sulle Amministrazioni Comunali, persiste nel suo intento, incurante del rispetto delle norme e delle bocciature inflitte dal Tar e dal Consiglio di Stato ai suoi ricorsi.

 

[Albino vista da Piazzo]

 

Due i percorsi comunali storici di collegamento fra Albino e Nembro frequentati da secoli: la strada di Piazzo che passando sull’aia della Cà di Fade raggiunge il confine con Nembro, percorso agevole e carrabile, e la strada della Val Gronzano che sale dalle case operaie Honegger al confine con Nembro, percorso impervio. Nel 1998 la proprietà Bergamelli chiude il passaggio alla Cà di Fade. L’Amministrazione Cugini si defila definendo il fatto una questione tra privati. Tutti i tentativi di trovare una soluzione falliscono e la proposta di tre percorsi alternativi a scelta per aggirare la Cà di Fade sono rifiutati dalla proprietà. Nel 2009 l’Amministrazione Rizzi approva la costituzione del Parco di interesse sovracomunale di Piazzo, riconosciuto nel 2011. Nel 2009 Bergamelli ottiene dal Comune di Nembro di spostare la strada che passa a sud della Cà di Fade più in basso sul bordo del pianoro per cintare tutta la sua proprietà, ignorando che un tratto di tale strada è comunale per Albino, agli estremi della quale pone dei cancelli di chiusura.

34602878_Casa natale di mons Camillo Carrara primo Vicario Apostolico in Eritrea
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34602881_Un lavatorio
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Rifiutando Bergamelli un accordo per il passaggio alla Cà di Fade, l’Amministrazione Carrara nel 2011 avvia la procedura di esproprio per un sentiero alternativo che passi nel prato a valle della Cà di Fade. Nel 2014 il parco di interesse sovracomunale si estende anche alla zona di Trevasco. Nell’aprile 2014 arriva il decreto di esproprio del tracciato alternativo proposto per la Cà di Fade, non attuato perché il privato si oppone all’ingresso sul terreno per i rilievi del tracciato; inoltre costruisce abusivamente un fabbricato su quel tracciato. Nel giugno 2014 la nuova giunta Terzi sospende l’esecuzione dell’esproprio in attesa di approfondire la questione. Il ricorso di Bergamelli contro l’esproprio è bocciato dal Tar di Brescia e dal Consiglio di Stato. Bergamelli propone un percorso alternativo che, passando su terreni non di sua proprietà, fa ritornare dalla strada di Piazzo fino in fondo alla Val Gronzano, poco sopra le case Honegger per imboccarsi nell’altra strada comunale impervia.

Ma facciamo un passo indietro. Saranno a breve trent’anni che è stato pubblicato il quaderno n. 1 della Biblioteca di Albino dal titolo Piazzo e Trevasco, un territorio e la sua gente dai primi dell’Ottocento ai giorni nostri a cura di Franco Innocenti. È stata la prima di una serie di monografie di carattere storico e artistico locale che nel corso di questi anni hanno permesso di riappropriarci di numerosi aspetti del patrimonio culturale della comunità albinese. Questo libro faceva seguito al lavoro approfondito di esplorazione e di ricerca che ha permesso di allestire nel 1987 la mostra dal...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo alle pagine 42 e 43 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 10 gennaio. In versione digitale, qui.

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