In vista di Pasqua e Pasquetta

Pochi e semplici consigli da seguire per gestire i bambini al ristorante

Pochi e semplici consigli da seguire per gestire i bambini al ristorante
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Il problema potrà pur apparire di poco conto, ma se, ciclicamente, si torna a discuterne significa che di così poco conto in realtà non è. Stiamo parlando della presenza di bambini (soprattutto piccoli, oppure particolarmente maleducati) nei ristoranti. E proprio ora, con Pasqua e Pasquetta in avvicinamento, siamo certi che molti di voi passeranno un pranzo o una cena in un locale. Bambini sì o bambini no, dunque? Proprio a inizio 2016 il dibattito s’è riacceso per “colpa” del ristorante romano La Fraschetta del Pesce, che, orgogliosamente, all’esterno esibisce un cartello in cui si specifica che la presenza di bambini nel locale «non è gradita». Non è vietata, semplicemente non gradita. Più un paravento legale e un artifizio verbale per dire a chi avesse dei figli e volesse passare una serata fuori a cena di guardare da altre parti.

 

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Questione di buon esempio ed educazione. Passando oltre al dibattito sulla legittimità legale o meno di una tal richiesta, il problema è sinceramente un altro: la presenza dei bambini in un ristorante spesso snerva gli altri commensali. Ma la colpa, evidentemente, non è dei bambini, quanto dei genitori, incapaci di occuparsi correttamente di loro e, di riflesso, anche di rispettare la pace altrui. Era l’estate 2010 quando addirittura Massimo Gramellini dedicava il suo abituale Buongiorno su La Stampa al problema. Il giornalista, allora, parlava di «buon esempio». Già, ma che significa? Significa avere il coraggio di prendere una decisione quando tuo figlio, tra capricci, urlacci e corse sfrenate dimostra tutta la sua voglia di andarsene dal ristorante. Allora le opzioni sono due: o ci si alza, si chiede umilmente scusa, e si prende la via della porta, oppure si passa al piano B, che può essere la cara vecchia sculacciata, la più diplomatica punizione, la moderna “play therapy”. In ogni caso, qualsiasi sia la decisione, il succo è essere in grado di gestire la situazione.

Fidatevi, controllare il proprio bambino in un ristorante è più facile a farsi che a dirsi. Basta sapere come comportarsi. Ecco alcuni semplici consigli. Se non dovessero funzionare, allora è il caso di dire addio per un po’ alle cene al ristorante.

 

Avvisare

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È fondamentale che, quando prenotate in un ristorante, avvisiate della presenza di uno o più bambini. Per educazione innanzitutto, ma anche per permettere al ristoratore di organizzare gli spazi (se c’è la possibilità) al meglio, evitando così di mettere di fianco una famiglia con tre bambini piccoli e una coppia che ha deciso di regalarsi una cena romantica. Basta una telefonata anche per sapere se le famigliole sono ben accette oppure, come nel caso de La Fraschetta del Pesce, la presenza di bambini «non è gradita».

 

Una soluzione a portata di… borsa

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Per quanto siate genitori con la testa sulle spalle, non si può mai prevedere quando un bambino si lascerà andare a capricci irrefrenabili. E in questi casi le sculacciate o le sgridate servono a poco, anche perché rischiereste di disturbare ulteriormente gli altri clienti del ristorante. La cosa migliore da fare, dunque, è provare a prevenire. Portatevi sempre dietro un giocattolo oppure dei fogli di carta e dei pennarelli. Quando il piccolo inizierà a dare i primi segnali di irrequietezza, tirateli fuori e fatelo giocare o disegnare. Insomma, distraetelo. Vi assicuriamo che per un bel po’ di tempo starà tranquillo.

 

Fuori di là

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Mettete sempre in conto, quando andate in un ristorante con un bambino piccolo, la possibilità che faccia i capricci. Del resto i bimbi non sono fatti per stare seduti delle ore, hanno bisogno di distrazioni e non si può pretendere da loro lo stesso atteggiamento degli adulti. Ma allo stesso tempo il ristorante non è affatto il luogo adatto per impartire lezioni di comportamento e dare punizioni in caso di capricci irrefrenabili. In questi casi, dunque, la cosa migliore da fare è portarlo con sé fuori dal locale, parlargli, farlo calmare, magari distrarlo, e una volta tranquillizzato rientrare. Ricordatevi che al mondo non siete gli unici e il rispetto per gli altri vale tanto quanto quello per vostro figlio.

 

Un occhio all’orologio

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Un errore che fanno spesso tanti genitori quando escono a cena con i bambini è calibrare gli orari sul proprio stile di vita e non su quello dei pargoli. Se per gli adulti uscire a mangiare alle 20.30 e stare a tavola magari fino alle 23 è normale, per un bambino non lo è. È dunque importante calibrare le proprie scelte basandosi sugli orari dei più piccoli. Anche perché più il bambino ha sonno, più è facile che si lasci andare a capricci e scenate.

 

Coinvolgimento

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Bastano poche mosse per far sentire un bambino coinvolto. Spesso, infatti, i più piccoli, seduti a tavola con tante persone adulte, si sentono esclusi. I grandi parlano tra di loro, discutono, scherzano e ridono mentre lui è abbandonato a sé stesso, ai suoi giocattolini e ai suoi pennarelli. Risultato: inizierà a fare capricci con il solo obiettivo di attirare l’attenzione su di sé. La cosa migliore da fare, quindi, è coinvolgerlo con piccole attenzioni: leggere insieme il menù, scegliere il piatto che più gli piace, descrivergli cosa sta per mangiare, chiedergli se gli è piaciuto o meno. Bastano poche domande nei momenti giusti per non farlo sentire escluso.

 

È tutto un gioco

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Un’ultima dritta: come scriveva Gramellini, alla fine è tutta questione di buon esempio. Bisogna quindi educare il bambino a come ci si comporta quando si va in un ristorante. Il modo migliore per farlo è giocando. Ogni tanto, quando siete a casa, giocate con lui facendo finta di portarlo fuori a cena. La mamma può vestire i panni della sua commensale (magari insieme al suo peluche preferito), il papà quelli del cameriere. Fategli capire come ci si comporta in un locale pubblico, in cui non si è da soli. Si divertirà e intanto imparerà qualcosa. E voi potrete regalarvi una bella mangiata in famiglia al ristorante senza patemi.

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