Primo bilancio con mister Gasperini «Questa è una stagione nuova»

La sosta di novembre è il primo momento in cui fare il bilancio della stagione. Il mercato di gennaio è lontano, un terzo del campionato è ormai andato e la Dea, con 16 punti in dodici giornate, è in piena corsa per un posto in Europa. La qualificazione ai sedicesimi di Europa League è praticamente cosa fatta e così abbiamo chiesto a Gasp erini di fare quattro chiacchiere per capire a che punto siamo e dove si può arrivare.
Mister, qual è il bilancio di questa prima fetta di stagione?
«Direi che in Europa è andata molto bene, siamo a un passo dalla qualificazione e questo era il primo obiettivo della stagione. C’è rammarico per il pareggio a Cipro ma abbiamo 8 punti e le serate che abbiamo vissuto sono state straordinarie. La prima con l’Everton perché è stata emozionante, quella contro l’Apollon perché c’era ancora più gente, quella a Lione per la difficoltà e il risultato ottenuto e quella a Cipro per la distanza».
E in campionato?
«Siamo partiti male. Nelle sconfitte con Roma e Napoli siamo anche stati sfortunati, poi ci siamo ripresi bene e abbiamo gestito il doppio impegno. Nelle ultime giornate abbiamo perso l’opportunità di chiudere in modo eccellente. È difficile dire quanti punti abbiamo lasciato per strada, ma penso che si potesse arrivare almeno a quota 20: tra Udinese e Spal potevamo fare qualcosa in più. Sarebbe stato splendido, queste partite fanno un po’ riflettere».
Dopo la sosta, c’è l’Inter a Milano. Ricorda quel 7-1?
«Certo, ci diede una spinta incredibile. Arrivammo a quella partita davanti all’Inter e a San Siro fu una partita esagerata. In queste situazioni o ti abbatti o reagisci e nel finale di stagione abbiamo recuperato talmente bene da arrivare ben 10 punti davanti a loro. È stata una scoppola che ha fatto male ma fondamentale al pari di certe vittorie, come quella di Napoli».
Quest ’anno, invece, sarà un tour de force fino al 2018.
«A fine girone di andata potremo capire che stagione ci aspetta, sarà importante vedere dove giriamo. In Europa manca solo la matematica, quindi a febbraio giocheremo ancora; in campionato avremo sette partite in cui conquistare punti pesanti. Il calendario sarà tosto, ma ci saranno maggiori possibilità di recupero: non è lo stesso giocare giovedì e domenica piuttosto che mercoledì e domenica. Il giorno in più di recupero è importante. Fortunatamente non abbiamo avuto infortuni e gli acciacchi siamo riusciti a gestirli».
Siamo più stanchi di gambe o di testa?
«Credo che non sia tutto ascrivibile alla condizione atletica o all’aspetto psicologico. Il pericolo più grande è sentirci obbligati a ripetere quanto fatto l’anno scorso e delusi se non riusciamo a farlo. È una stagione nuova, non facciamo paragoni e non alimentiamo delusioni: bisogna andare in campo e giocare prima di dire che siamo più forti o che possiamo ripeterci. Quest’anno vedo più equilibrio, squadre molto più vicine a noi e non con un passo diverso. Questo l’ho capito bene nelle ultime partite. Dobbiamo giocare sui nostri ritmi sperando che le altre non scappino troppo».
La soluzione può essere tornare a pensare alla salvezza?
«Le rimonte che abbiamo subito sono segnali di qualcosa che non è fatica o stanchezza mentale. Si sono ripetute troppo spesso per definirle casuali. Bisogna dare il massimo per...»