La "sindrome" dei figli di divorziati

Punire chi denigra l'altro genitore (una proposta che fa discutere)

Punire chi denigra l'altro genitore (una proposta che fa discutere)
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Domenica scorsa Michelle Hunziker, ospite del programma di Rai Tre Che Tempo che fa? ha presentato una proposta di legge ad iniziativa popolare per punire penalmente i genitori separati che “alienano” i figli dall’ex partner. L’idea è stata elaborata insieme all’avvocatessa Giulia Bongiorno, con la quale la presentatrice ha fondato “Doppia difesa”, un’associazione per le donne vittime di violenza. Immediate le polemiche, in particolare quelle della rete nazionale dei centri antiviolenza, secondo cui la proposta si ritorcerebbe contro le donne che cercano di tutelare i propri figli.

Che cosa prevede la proposta. In concreto, la proposta è quella di punire con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque, nell’ambito delle relazioni familiari o di affido, compiendo sul minore infraquattordicenne ripetute attività denigratorie ai danni del genitore ovvero limitandone con altri artifizi i regolari contatti con il medesimo minore, intenzionalmente impedisce l’esercizio della potestà genitoriale. Se il fatto è commesso con violenza o minaccia reiterata, si applica la pena della reclusione da uno a quattro anni. Se dal fatto deriva una rilevante modificazione dell’equilibrio psichico del minore, le pene sono aumentate. Proponendo l’introduzione di questo nuovo di reato, la Hunziker ha parlato della Sindrome di alienazione parentale (Pas), una patologia che però non è scientificamente provata e, anzi, è stata dichiarata inesistente dal Ministero della Sanità.

Cos’è la Pas? L’acronimo Pas sta per Parental alienation syndrome, ovvero Sindrome da alienazione parentale, malattia descritta per la prima volta nel 1985 dallo psichiatra americano Richard Gardner. Si manifesta quando un genitore separato mette in atto comportamenti che denigrano l’altro genitore agli occhi del figlio tanto da indurlo al rifiuto della frequentazione (lo psichiatra americano incolpava di Pas soprattutto le madri). Tuttavia, da più parti si sostiene che tale patologia non sia scientificamente provata. Nel 2003, l’Istituto di ricerca dei procuratori americani della National District Attorneys Association, ha evidenziato che «La Pas è una teoria non verificata che, se non contestata, può provocare conseguenze a lungo termine per il bambino che cerca protezione nei tribunali». Ancora, nella revisione delle linee guida per i giudici americani del 2006, si legge che la Pas è «una sindrome screditata che favorisce gli abusanti di bambini in controversie per la custodia». Anche il nostro Ministero della Sanità si è pronunciato negli anni scorsi sull’argomento dichiarando che «sebbene la Pas sia stata denominata arbitrariamente dai suoi proponenti con il termine disturbo, l’Istituto superiore di Sanità non ritiene che tale costrutto abbia né sufficiente sostegno empirico da dati di ricerca, né rilevanza clinica tali da poter essere considerata una patologia e, dunque, essere inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici».

 

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Le avvocatesse contro la proposta. La proposta Bongiorno-Hunziker ha sollevato grandi proteste. La Rete nazionale delle avvocate delle case delle donne e dei centri antiviolenza, con una lettera intitolata “La Pas non esiste!”, indirizzata alla presidente della Rai, al direttore di Rai Tre e a Fazio, hanno sottolineato che «nel nostro ordinamento ci sono già strumenti in sede civile e in sede penale idonei a garantire l’esercizio della responsabilità genitoriale ad entrambi i genitori nonché norme civili e penali adeguate a sanzionare comportamenti pregiudizievoli dell’interesse dei figli». L’effetto dell’introduzione di un simile reato – secondo le avvocatesse -  sarebbe quello «di veicolare nelle aule giudiziarie strategie punitive nei confronti delle donne che tentano di proteggere se stesse ed i figli dalla violenza maschile». «La Pas – spiegano – è utilizzata dai padri maltrattanti nelle aule giudiziarie per screditare le donne che in sede di separazione richiedono protezione a favore dei figli che si rifiutano di incontrare il padre perché traumatizzati dai comportamenti violenti di quest’ultimo».

Un dibattito già aperto. L’argomento non è nuovo all’opinione pubblica italiana. Forse ricorderete il caso di Leonardo, il bambino di Cittadella conteso dai genitori e portato via a forza da suola per essere consegnato al padre dalle forze dell’ordine. All’epoca, lo psichiatra, perito del tribunale, aveva diagnosticato la Pas: il bambino aveva sviluppato un rapporto conflittuale con il padre a causa dell’influenza negativa esercitata dalla mamma. Nel 2013 la Cassazione, tuttavia, ha contestato questa diagnosi, sostenendo che la Pas non ha “fondamento scientifico” e, pertanto, non è utilizzabile come motivazione di una sentenza.

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