La dieta e le bevande ideali

Qualche buon consiglio per prevenire i calcoli

Qualche buon consiglio per prevenire i calcoli
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Quando i calcoli renali arrivano sono davvero dolori. Secondo le ultime stime, a combattere episodicamente con le ‘pietruzze’ sono all’incirca il 10 percento degli Italiani, mentre sperimenterebbe invece in maniera costante le implicazioni della calcolosi urinaria (chiamata in gergo tecnico nefrolitiasi) circa il 6 percento della popolazione (6,5% uomini vs 6,1% di donne).

Di norma si tratta infatti di una patologia con un alto indice di ricadute, spiegano gli esperti, che impone a chi ne soffre una particolare attenzione all’introiezione di un giusto apporto di liquidi, né troppo pochi ma neppure in eccesso, e una cura dietetica che rappresenta di fatto il primo fondamentale approccio terapeutico per garantire alle reni un migliore stato di salute e funzionalità.

A fornire un basilare vademecum di comportamento sono le recenti linee guida pratiche evidence-based dell’American College of Physicians (ACP) pubblicate su Annals of Internal Medicine, nate dalla rilettura di studi sull’argomento usciti tra il 1948 e marzo 2014. Le riproponiamo.

 

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Cosa e quanto bere in più. Chi soffre o ha avuto episodi di calcoli renali deve, come prima cosa, aumentare l’assunzione di liquidi, in modo da produrre almeno due litri di urine al giorno. Una strategia idrica che può dimezzare il rischio di rinnovata formazione delle ‘pietruzze’, e senza incorrere in effetti indesiderati. Non bisogna però strafare, ovvero superare questa soglia idrica limite: chi già di base beve una quantità sufficiente di bevande o è in una condizione clinica per cui troppi liquidi potrebbero fare male e suscitare effetti collaterali, per prevenire le recidive deve cercare altre soluzioni e studiare con il proprio medico di base alternative diverse da qualche bicchiere in più.

Posto che si deve bere (non più di due litri al giorno, repetita juvant), resta da specificare che cosa bere. Innanzitutto acqua, anche quella di rubinetto: pare infatti che non esistano prove scientifiche inconfutabili a favore della superiorità dell’acqua minerale, di qualsiasi marca, rispetto alla semplice acqua casalinga. Sono concesse anche le bibite gassate alla frutta, spesso acidificate con acido citrico, mentre è certo che vanno evitati il più possibile i soft drink acidificati con acido fosforico (come le ‘cola’, ad esempio), la cui diminuzione nel consumo è correlata a una riduzione del rischio di una recidiva di calcoli.

E se tutti questi liquidi, di ogni sorta consigliata, non dovessero bastare (ossia non fossero sufficienti a far fare tanta ‘plin plin’) e si sono avuti almeno due pregressi episodi di nefrolitiasi, si può ricorrere a un farmaco in monoterapia e dietro prescrizione medica, da scegliere tra diuretici tiazidici, allopurinolo o citrato i quali aiutano a ridurre soprattutto la formazione di calcoli di calcio che sono quelli più comuni.

 

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E a tavola? La dieta ideale. Sul fronte della dieta, in linea generale (perché poi ogni forma di calcolo - di calcio, da acido urico, di struvite, di cistina - ha le sue varianti anche a tavola) il consiglio è di ridurre il consumo di cibi ricchi di ossalato. Quest’ultimo si trova un po’ dappertutto fra gli alimenti della nostra dieta, ma alcuni cibi ne sono particolarmente ricchi, ad esempio: cioccolata, barbabietole rosse, bietole, nocciole, rabarbaro, spinaci, fragole, tè, crusca di frumento e frutti di bosco. Non che questi cibi vadano eliminati in assoluto dalla tavola, ma, ad ogni modo, quando si consumano dovrebbero essere accompagnati da un alimento che sia fonte di calcio come latte, latticini, semi, legumi, cavolo verde, broccoli e arance, utile a ridurne l’assorbimento intestinale.

Poi, per limitare ulteriormente l’apporto di sale, qualche trucchetto da rispettare c’è: ad esempio ridurne al minimo il quantitativo nella preparazione e nella cottura dei cibi, senza aggiungerne mai ai piatti una volta in tavola; evitare i cibi trattati con sale, conservati in scatola, in salamoia, essiccati o affumicati; preferire il pane toscano senza sale e i formaggi freschi, in cui è meno presente. Piccoli dovrebbero essere anche i quantitativi di proteine animali e di purine, contenute anch’esse in alimenti di origine animale, le quali, specie se presenti in elevate quantità, fanno aumentare l’escrezione urinaria di acido urico e tendono a rendere le urine più acide. Insomma un circolo vizioso per la formazione primaria o ripetuta di calcoli che è meglio evitare. Per non continuare a portare quel pestifero sassolino non nella scarpa, ma nei reni.

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