I dubbi sul domani

Quando e come potremo tornare al cinema? Un mondo in ginocchio che spera di ripartire

Laura Fumagalli, responsabile marketing ed eventi dei Cinema Arcadia, realtà nata a Melzo e presto anche a Stezzano al centro Le Due Torri, prova a fare chiarezza

Quando e come potremo tornare al cinema? Un mondo in ginocchio che spera di ripartire
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Tra i tanti piccoli piaceri della nostra quotidianità che il virus ci ha costretti ad abbandonare c'è anche il cinema.Quando potremo tornarci? Sale di città e multisala sono ormai chiusi da settimane e le grandi case di distribuzione hanno rinviato tutte le produzioni più importanti. Come in tante altre categorie economiche, anche vive dell'industria cinematografica è nell’incertezza. Per questo i colleghi di Prima La Martesana hanno parlato con Laura Fumagalli, responsabile marketing ed eventi dei Cinema Arcadia, realtà nata a Melzo e ormai conosciuta in tutta Europa e presto anche a Stezzano al centro Le Due Torri.

Quanto l’emergenza ha penalizzato il vostro settore e che ripercussioni ha avuto in termini economici e lavorativi?

«Arcadia e tutte le sale cinematografiche della Lombardia sono chiuse dal 24 febbraio. Senza dubbio, avendo chiuso per primi, i cinema sono tra le attività che stanno accusando di più il duro colpo. I danni di questa crisi senza precedenti e gli impatti finanziari sul nostro intero settore sono enormi e non sono ancora del tutto chiari nella loro totalità, in quanto ci sono diverse variabili aperte. Anzitutto quando sarà la riapertura, e al contempo la disponibilità e l’uscita di titoli di grande richiamo. La maggior parte delle grandi produzioni americane sono state posticipate nella seconda parte dell’anno, come il nuovo film di James Bond-No time to dieTop Gun: Maverick e Mulan della Walt Disney, solo per citare alcuni titoli».

In questa situazione di assenza di informazioni chiare sulla riapertura delle sale cinematografiche, vi siete fatti un’idea su quale potrà essere per voi il termine del lockdown?

«Al momento non ci sono informazioni ufficiali da parte del Governo, delle istituzioni sul termine del lockdown per le sale cinematografiche. La situazione in Italia e all’estero è in continua evoluzione. Non possiamo fare altro che attendere».

Sarebbe ipotizzabile una riapertura condizionata dal rispetto delle distanze minime e quindi a spettatori ridotti, oppure i costi di gestione non potrebbero essere coperti e quindi la soluzione sarebbe controproducente?

«Non si sa ancora nulla di preciso circa le misure che dovranno essere effettivamente adottate all’interno del nostro settore. Prevedibilmente saranno disposizioni simili a quelle di altri settori aperti al pubblico. Sia chiaro: è giusto garantire la sicurezza di tutti. Però i costi di operatività delle nostre strutture sono molto alti quindi la riapertura con misure troppo restrittive metterebbe in grave difficoltà il settore delle sale».

Le sale cinematografiche, oltre che luoghi di intrattenimento, sono anche “case della cultura”. C’è il rischio che la chiusura prolungata delle strutture possa comportare il fallimento di molte realtà del comparto?

«Come ha ricordato il regista Cristopher Nolan in un accorato editoriale recentemente pubblicato sul Washington Post, “le sale cinematografiche sono parte fondamentale della vita sociale. E hanno bisogno del nostro aiuto. Ma il business del cinema coinvolge tutti: chi lavora al bar, chi si occupa di far funzionare gli impianti, chi vende i biglietti, chi si occupa delle programmazioni, chi pulisce i bagni”. Le associazioni di categoria del nostro settore a tutti i livelli stanno lavorando con le istituzioni e con i vari interlocutori all’interno della filiera cinema per assicurare che le sale cinematografiche superino questa difficile prova e tornino a essere il punto di riferimento che sono sempre state per la cultura e per le comunità in cui operano».

Una volta che cesserà il lockdown, temete ripercussioni legate alla paura da parte dei consumatori di accedere a luoghi chiusi con presenza di pubblico numeroso?

«Sempre citando Nolan, ma è opinione diffusa tra tutti coloro che come Arcadia da sempre credono nell’unicità dell’esperienza cinematografica sul grande schermo, “nel momento in cui questa crisi passerà, il bisogno di relazionarsi tra le persone, il bisogno di vivere, ridere, amare e piangere insieme sarà più potente che mai”. Le sale cinematografiche oggi sono chiuse, ma i film non perdono il loro valore, non sono come i prodotti invenduti deperibili. Tutto lo staff di Arcadia non vede l’ora di poter ri-accogliere di persona tutti gli affezionati e appassionati spettatori».

Intanto, nonostante le sale di tutta Italia (e di buona parte del mondo) siano chiuse, anche Arcadia ha aderito alla campagna #torneremoalcinemainsieme #moviestogheter con un video per ricordare le emozioni, le sensazioni che si vivono davanti al grande schermo.

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