Quei 40 malori per l’alcol e la petulanza del Codacons

Il fatto: lo Shade Music Festival dello scorso fine settimana ha riempito la Fiera di Bergamo. Un evento che i partecipanti hanno definito «memorabile», «epico», «senza precedenti». Ottomila partecipanti, alcuni provenienti anche dall’estero; musica techno dalle 16 di sabato pomeriggio alle 4 di mattina. Biglietti che costavano fino a trentacinque euro, un via vai di compravendite che si è protratto anche a festa già iniziata sul gruppo Facebook dell’evento.
I controlli precisi. Controlli minuziosi, capillari, precisi, impeccabili, almeno secondo la testimonianza di una ventunenne partecipante, Nicole, che spiega: «Quando sono arrivata mi hanno controllato praticamente ovunque, anche nel pacchetto di sigarette». Alcol sì, ma solo se acquistato all’interno. Ottomila persone, si diceva: troppe per pensare che in tutta la serata non si verificassero degli spiacevoli contrattempi. Stando alle ultime versioni, per la precisione, questi contrattempi si possono tradurre in quaranta malori causati dall’abuso di bevande alcoliche e forse stupefacenti. Pochissimi dubbi sul fatto che gli eccessi si siano consumati fuori dalla fiera, prima della festa. Tant’è che anche chi più di tutti ha deciso di intervenire per sottolineare il problema, è partito dal presupposto che «tra gli adolescenti è una pratica in voga quella di bere prima di entrare ad eventi di questo tipo».
Il comunicato del Codacons. Stiamo parlando del Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e tutela dei diritti di utenti e consumatori), che ha diffuso un comunicato in cui si parla proprio di questi quaranta malori (nessuno dei quali, per fortuna, si è rivelato essere grave). A far specie nel comunicato, oltre al presupposto (opinabile) riguardo a presunte pratiche «in voga tra gli adolescenti», è la chiamata in causa del Comune di Bergamo, nella fattispecie del sindaco Giorgio Gori: «Sono necessari più controlli nelle manifestazioni ed eventi musicali – si legge nel comunicato di Codacons –, chi è già brillo non deve entrare! Bisogna dare un segnale forte ai giovani. Pertanto Codacons diffida il sindaco di Bergamo, in veste di autorità sanitaria locale (ai sensi degli articoli 3 e 117) perché provveda all’emanazione di ordinanze contingibili ed urgenti in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica».
E proprio dal Codacons spiegano: «È il caso di aumentare la soglia di attenzione per quanto riguarda questo genere di manifestazioni. Al di là della vicenda dello Shade, che si è consumata in un luogo privato, è innegabile che esista un problema legato all’alcol tra i giovani, che devono capire che è possibile prendere parte a questo tipo di eventi anche in condizioni non alterate. La soluzione è una maggiore prevenzione fin da bambini, e non solo per l’alcol, ma anche per le sigarette e per le droghe. Del resto siamo abituati a veder crescere i nostri figli con tra le mani fumetti in cui gli eroi fumano sigarette e bevono scotch... Chiediamo di stringere ancora di più la morsa su queste questioni. Oltre alla prevenzione, ovviamente, riteniamo necessario aumentare i controlli durante le manifestazioni. A oggi la vendita a prezzi abbastanza elevati dell’alcol all’iinterno degli eventi è praticamente l’unica misura efficace apportata per contenere il fenomeno». Insomma, un invito, legittimo, a prendere ulteriori provvedimenti restrittivi.
La risposta del Comune. Esatto, «ulteriori», perché dal Comune ricordano: «Facciamo corsi di educazione alimentare e di sensibilizzazione a corretti stili di vita sin dalle elementari; facciamo ore di educazione civica con il progetto scuola di cittadinanza che coinvolge oltre milleseicento bambini delle scuole primarie. Per quanto riguarda le manifestazioni, vengono fatte ordinanze anti-vetro così come ne sono state emanate numerosissime anti-alcol nei parchi pubblici». Quindi il Codacons inviterebbe a prendere provvedimenti che sono già in vigore. Perché i controlli ci sono, le ordinanze pure, e sono state anche parecchio contestate: inutile ricordare le polemiche riguardo ai provvedimenti anti-alcol nei parchi pubblici. E se è vero che forse si può fare qualcosa di più sul fronte prevenzione, è vero anche che per vederne gli effetti bisognerà comunque aspettare che le generazioni su cui si sta lavorando in questa direzione arrivino a quell’età in cui si inizia a far conoscenza con i piaceri e i dispiaceri legati all’alcol.
Saggezza di base. Che cosa rimane di questa discussione? Da un lato una grande festa in cui 7.960 persone si sono divertite per ore e ore; dall’altro lato rimangono altre quaranta che quella serata se la ricorderanno lo stesso, per altri motivi. Chi ha esagerato forse esagererà di nuovo in altre occasioni o forse avrà capito la lezione, sempre che di lezione si tratti. Emblematica infine la testimonianza di Andrea, un partecipante all’evento di ventiquattro anni: «Io mi sono divertito, altri si sono divertiti meno, il festival non ha risentito dei quaranta malori e le tragedie per l’alcol o per la droga si consumerebbero anche nella più proibizionista delle società. Tutto qua. Del resto dipende tutto da noi: se qualcuno risulta molesto, semplicemente viene allontanato dal locale. Se capita spesso? C’è sempre qualcuno che si fa allontanare, ma in genere non fa mai in tempo a rovinare la serata agli altri». Potrà sembrare anche saggezza popolare o eccesso di ottimismo; qualcuno potrà dire che non è vero, che molto spesso si interviene troppo tardi. Ma al Codacons sono davvero sicuri che si possa davvero “fare, meglio”?