Dopo l'esposto

«Quei baci erano solo segni di tenerezza»: la replica del parroco ai presunti abusi

«Dicevo: "Fatelo davanti al Signore". Erano trent'anni fa». Le parole del sacerdote 78enne originario di Ponte Nossa, ora in Etiopia

«Quei baci erano solo segni di tenerezza»: la replica del parroco ai presunti abusi
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«Aveva creato una realtà alternativa, ti invitava a esplorare il tuo corpo». «Aveva 35 anni più di me e quando mi baciava era sgradevole, ma lo accettavo come parte dell'esperienza speciale che lui proponeva».

Sono alcuni stralci delle testimonianze, riportate dal quotidiano Domani, sulla vicenda che nella giornata di ieri (venerdì 28 dicembre) ha lasciato di sasso l'intera comunità religiosa bergamasca: un esposto in Procura contro un sacerdote bergamasco della diocesi per presunte condotte criminali ai danni di una decina di persone.

Baci e carezze, per il parroco «di tenerezza e pace»

I fatti risalgono agli anni '90. A parlare, dopo diversi decenni, due uomini all'epoca minorenni: nelle loro testimonianze si parla di baci e carezze da parte del parroco, 78enne originario di Ponte Nossa, durante i campi scuola e i ritiri spirituali con la parrocchia. Il sacerdote, V.S., ha studiato per venticinque anni, insegnando teologia morale per altrettanti in diversi Paesi africani.

Ora si trova in Etiopia, dove è stato raggiunto telefonicamente da Corriere Bergamo e a cui ha affermato di essere già a conoscenza di tutto. Il sacerdote, al quotidiano, ha parlato di semplici «segni di tenerezza e pace, dell'amore per Dio». I baci soltanto «sulla guancia», gli abbracci «al termine della messa in chiesa. Dicevo: "Fatelo davanti al Signore". Erano trent'anni fa». L'opposto di quanto affermato nelle testimonianze, dove uno dei due uomini ha riferito di aver pensato al suicidio e che il parroco «ti spingeva a lasciare la ragazza, ti portava a rompere con gli amici».

Il sacerdote è difeso dagli avvocati Piergiorgio Weiss e Matteo Pozzi, mentre la Curia - in una nota - aveva segnalato di aver già «provveduto, per quanto di competenza, ad attivare le procedure previste dal diritto canonico, fermo restando il rispetto del lavoro della magistratura nel comune intento del giusto accertamento della verità». L'esposto in Procura è stato presentato dalla Rete l'Abuso, sopravvissuti agli abusi del clero.

Commenti
Francesco Giuseppe

A me paiono sempre delle stranezze le denunce di fatti accaduti (se sono veri) 30/40 anni prima. Se fossero state cose pericolose o altro, ora non sono più tali. Perchè non denunciate allora o dopo poco tempo, i fatti. Sembra più ricerca di pubblicità e soldi, non di giustizia.

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