Sono il 16,2% delle cause complessive

Quell'animale del vicino di casa

Quell'animale del vicino di casa
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Il cane che abbaia in ogni momento della giornata, l’auto lasciata in cortile, gli zoccoli trascinati che fanno un gran rumore, le tende di un colore diverso da quelle usate da tutti gli altri condomini: i motivi per cui gli italiani litigano con i loro vicini di casa sono variegati e spesso portano a cause civili che, di civile, hanno ben poco. La Camera di Commercio di Monza-Brianza ha elaborato i dati forniti dall’Istat e ha stimato che, nel 2013, sono stati ben 500mila gli italiani che hanno portato in Tribunale un vicino di casa.

Questione territoriale? Secondo questi dati, si scopre che l’identikit del condomino in lotta perenne con il vicino di casa è uomo, meridionale e residente in un Comune italiano medio-piccolo. Ad essere più litigiosi, infatti, sono i condomini di sesso maschile: il 10,3% degli uomini contro l’8,3% delle donne. Al Sud, poi, data forse la maggior confidenza che si innesta con i dirimpettai, il numero di cause in atto è considerevolmente maggiore rispetto che al Nord: l’11,1% della popolazione del Mezzogiorno ha avuto una causa con i vicini di casa, mentre, nel Nord-Est, si arriva ad un massimo dell’8,6% della popolazione. È poi accertato anche che, nei grandi centri abitati, si litiga meno, probabilmente grazie ai ritmi frenetici della vita: solo il 6,6% dei cittadini che vivono in città con più di 50mila abitanti è coinvolto in processi civili, mentre in quelle di medio-piccole dimensioni (cioè dai 10mila ai 50mila abitanti) il dato arriva al 10,6%. Viene dunque da pensare che questo fenomeno, che rappresenta una vera e propria piaga per la già martoriata giustizia italiana, tenendo conto che i contrasti legati ai condomini si collocano al terzo posto per numero di persone coinvolte e rappresentano il 16,2%, preceduti solo da quelle per motivi di lavoro e di famiglia, sia un fenomeno puramente territoriale. Ma è davvero così?

Anche Bergamo non scherza. Soffermando la nostra attenzione sui dati relativi alla nostra città e alla sua provincia, ci rendiamo conto che, in realtà, anche a Bergamo le liti tra vicini di casa non sono certo una rarità: si è calcolato che nella Bergamasca ci siano 1.334 liti condominiali l’anno, la metà delle quali dovute a cosiddetti “futili motivi”, cioè vasi che gocciolano o briciole dal balcone soprastante ad esempio. Secondo i dati rilevati nel 2014, in due anni le liti tra vicini sono aumentate addirittura del 200%. Fortunatamente non tutte queste vengono dirimesse dal tribunale cittadino, che ha già, ogni anno, oltre 7.150 cause di cui occuparsi: il 60% si risolve direttamente nelle assemblee di condominio; il 20% attraverso scambi epistolari tra avvocati (lautamente pagati su cifre che si aggirano sui 200 euro per semplici raccomandate); il 15% attraverso le mediazioni civili, che durano circa 3 mesi, costano 150 euro ma permettono di far ottenere, alla parte “vincente”, diverse migliaia di euro. Solo il restante 5% arriva in Tribunale. Di queste, molte sono cause legate agli animali: tra cani che facevano bisogni in ascensore (a Treviglio) e cacciatori che tenevano ben 5 bracchi in appartamento (a Capriate), ogni anno l’Aidaa riceve diverse richieste per la tutela degli animali in condominio dalla nostra provincia.

Litigate, ma gratis. Per tentare di alleggerire il peso di queste cause dalle Corti, lo Stato ha deciso di dare la possibilità, proprio nella settimana in corso (dal 10 al 16 novembre 2014), di ravviare gratuitamente la procedura di mediazione, sia per gli utenti che depositeranno la domanda che per le controparti. Inoltre, fino a fine 2014, depositando online la propria domanda di mediazione, le spese di avvio della procedura sono gratuite. L’obiettivo dichiarato è di rendere più facile e appetibile, sia a privati che ad aziende, il procedimento di mediazione, sfavorendo così il ricorso ai tribunali. L’unico rischio è che, data l’alta litigiosità di noi italiani, quest’iniziativa non faccia altro che favorire nuove discussioni. Tanto, alla fine, è gratis.

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