Quella piattaforma per supplenti che funziona solo se togli la «S» dal link ufficiale
L'amaro sfogo dei docenti alla ricerca di un posto, che rischiano di risultare rinunciatari perché la piattaforma Sigeco non funziona a dovere.

La scuola è partita, ma all’appello mancano 3.600, tra docenti e personale Ata, di cui 1.600 di sostegno. E la procedura informatica, che avrebbe dovuto facilitare la graduatoria dei supplenti si è inceppata. Tra venerdì e sabato si è scatenato un tam tam sui social tra i docenti interessati, che solo lo scambio di alcuni trucchetti ha permesso di superare alcuni problemi di funzionamento. Ma l’amarezza è tanta. «Sono una docente precaria storica della scuola – si legge in un post social -, quest'anno viene proposta a Bergamo (ma in generale in Lombardia) una nuova modalità di reclutamento, con creazione delle Gps (con errori di punteggio ovviamente). Il Provveditorato di Bergamo richiede di registrarsi alla piattaforma Sigeco per le nomine online, in modo da evitare di farlo in presenza, così mi registro mercoledì sera (cioè da quando hanno aperto l'accesso alla piattaforma e grazie al cielo la registrazione va a buon fine, difatti riesco ad avere un documento che attesti, con un numero di protocollo, la mia operazione), inizio la prima procedura richiesta, cioè quella di scelta delle scuole in ordine di preferenza, faccio tutto (con un sistema lentissimo e zoppicante) e alla fine non salva nulla. Inizia uno scambio di email tra me e l'assistenza tecnica, la quale pare mi prenda per deficiente (mi viene detto "legga bene le istruzioni"). Fino a questo momento, da mercoledì scorso sera e notte, non riesco in modo assoluto a fare nulla. La scadenza di perfezionamento delle pratiche imposta dal Provveditorato di Bergamo è sabato 12 settembre ore 9. Il Provveditorato di Bergamo, sebbene sia stato avvisato e sappia di questi problemi, scrive un comunicato (che mi sa tanto di presa in giro): sono pervenute segnalazioni di malfunzionamento di Sigeco; si raccomanda la puntualità delle operazioni richieste (vale a dire entro le 9 dovete fare quanto richiesto). Dunque, mi piacerebbe sapere se ci stanno prendendo per i fondelli o cosa. In base al regolamento che accompagna questa boiata assurda della piattaforma, chi non esprime le preferenze delle istituzioni scolastiche, risulta rinunciatario. Cioè, io, che insegno da 14 anni, resterei esclusa dalle nomine fatte dalle graduatorie provinciali». Poi sabato a notte fonda la svolta: «Aggiornamento. Tramite amico di collega, abbiamo ricevuto indicazione di provare a togliere la "S" dal link ufficiale. Così ha funzionato. Scandaloso. Fossi nei tecnici mi darei all'ippica».
Elena Bernardini, segretaria generale della Flc Cgil Bergamo dà una fotografia abbastanza impietosa di quanto accade oggi: «Le scuole riaprono fra timori e incognite con parte del personale e dirigenti già esausti per la frenetica corsa a predisporre spazi, regolamenti e piani dettagliati per garantire la sicurezza. Una sola è la certezza: docenti e Ata non saranno tutti al loro posto dal primo giorno. Con le nomine in ruolo, infatti, è stato assegnato solo circa un terzo dei posti vacanti disponibili: il blocco dei concorsi e dei corsi abilitanti, il rigido numero chiuso nei corsi di specializzazione, che hanno seguito solo una logica di risparmio e non di programmazione, producono effetti deleteri che si protraggono negli anni. Ora tocca ai supplenti, ma l’Ufficio scolastico territoriale, nonostante l’impegno allo stremo dei pochi funzionari rimasti, non ha però ancora potuto nominare i 3.600 sostituti necessari a occupare i posti ancora vacanti, di cui oltre 1.600 di sostegno: la piattaforma informatica per le nomine dei supplenti si è inceppata e da venerdì pomeriggio e per tutta la nottata di sabato non ha funzionato. Le nomine previste per sabato, dunque, sono slittate a oggi».
E il Decreto agosto, che avrebbe dovuto facilitare le assunzioni, si è rivelato invece inefficiente nella sua applicazione. «La procedura informatica per l’accesso alle nuove graduatorie provinciali per le supplenze avrebbe portato vantaggi se non fosse stata avviata solo a fine luglio e conclusa senza il tempo per controlli e verifiche sottolinea ancora Bernardini -. Nella provincia di Bergamo le 26.000 domande dei precari hanno prodotto graduatorie pubblicate solo in questi giorni e ancora piene di errori nei punteggi assegnati dal sistema, con il rischio di dover rifare molte assegnazioni». E che dire delle classi pollaio che oggi devono essere ridimensionate? «Peccato che oggi chi grida di più elencando le carenze nell’organizzazione del rientro in sicurezza conclude Bernardini -, finge di non ricordare che le responsabilità vengono da lontano: per assicurare il distanziamento fisico servono, oltre che spazi, il giusto numero di docenti e di alunni per classe. Da un decennio i numeri imposti da tagli sconsiderati hanno prodotto le cosiddette classi pollaio che oggi sono la prima criticità da affrontare».