Lo dice uno studio americano

Vietato studiare matematica per più di un'ora al giorno

Vietato studiare matematica per più di un'ora al giorno
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Mamme, non rimproverate i vostri ragazzi se studiano matematica solo un’ora al giorno. Sarebbe infatti questo il tempo ottimale per ottenere prestazioni eccellenti e saperle pure gestire in autonomia. Lo dice un ampio studio americano condotto dall’American Psychological Association (Apa) e pubblicato sul Journal of Educational Psychology.

Come e quanto fare matematica. Non ci sono dubbi. Per studiare matematica meglio 70 minuti: né uno di più né uno di meno. Superare questo limite anche di poco, arrivando cioè a un tempo di 90-100 minuti, sortirebbe effetti contrari. Perché implicherebbe un carico eccessivo per la mente e per l’attenzione e un conseguente calo della performance. Ma c’è di più: perché i risultati e l’apprendimento siano al top, gli esercizi di matematica andrebbero svolti in maniera costante, sistematica e… in solitudine. Che non si intende in luogo appartato, ma senza l’ausilio o i suggerimenti di fonti esterne, siano esse insegnati o mamma e papà.

 

 

Lo studio. Sono queste le conclusioni di un’ampia indagine condotta dall’Apa su un vasto gruppo di studenti, oltre 7700 (di entrambi i sessi e di età media intorno ai 14 anni), sia di scuole pubbliche che private, provenienti principalmente dalle Asturie, nella Spagna del Nord. I ragazzi sono stati invitati a rispondere a dei questionari utili a definire la frequenza con cui svolgevano compiti di matematica e la durata di tempo impiegata per effettuarli. Dopodiché, conosciute le tempistiche, le loro abilità scientifiche sono state misurate attraverso test standardizzati che tenevano conto anche dello stato socio-economico.  Dalle informazioni generali è emerso che la media trascorsa a fare di conto e a studiare anche tutte le altre materie era in media pari ad un totale di un’ora o due al giorno.

Troppo. Almeno secondo gli esiti delle performance ottenute. I ricercatori hanno infatti potuto osservare che le prestazioni degli adolescenti, oltre i 70 minuti, cominciano ad essere inferiori e più lente. Al contrario, tra i 70 e i 90 minuti i risultati arrivano ad essere migliori. Non è solo questione di minuti però: perché, per dare un risultato, è meglio se i compiti sono assegnati abitualmente e in maniera sistematica, cosa che, nell’indagine, faceva guadagnare al ragazzo circa 50 punti in più rispetto agli altri studenti meno volenterosi nell’applicarsi. Con uno scarto ancora superiore, che portava cioè il punteggio a 54 punti in più, se quegli stessi esercizi venivano risolti dallo studente in autonomia, senza quindi l’aiuto degli adulti. Tanto che i ragazzi che dedicavano 70 minuti al giorno per lo studio della matematica (quindi il tempo giusto) facendo però l’errore, durante l’esecuzione, di ascoltare suggerimenti esterni ottenevano un punteggio finale inferiore di circa il 20 percento rispetto agli studenti in solitaria.

 

 

Come si spiega questo fenomeno performance. Secondo i ricercatori questa differenza potrebbe essere dovuta al fatto che svolgere i compiti da soli è un fattore fortemente correlato alla qualità della performance accademica e al successo personale. In buona sostanza , le modalità di svolgimento dei compiti risulterebbero più importanti della quantità degli stessi. Tanto che assegnare compiti che richiedono per la soluzione un impegno medio di 90-100 minuti, al fine di migliorare le performance, appare essere inefficace e deleterio. Quindi non è importante un’enorme quantità di compiti, ma bensì che la consegna sia sistematica e regolare, con l’obiettivo di abituare gli studenti al lavoro e promuoverne l’autonomia e l’apprendimento autogestito. Insomma il suggerimento è uno solo: per ottenere performance buone e costanti, il tempo ragionevole ed efficace da dedicare allo studio (delle scienze) non deve mai superare (o di poco) i 60 minuti  pomeridiani.

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