Ragazzino derubato in via Celadina: «È triste che non si possa andare a scuola in sicurezza»
I fatti, raccontati dalla zia, sono avvenuti all'attraversamento all'altezza della Porta del Diavolo alle 15 di sabato pomeriggio (20 aprile)

di Marta Belotti
«È triste che in pieno pomeriggio, lungo una strada ad alto scorrimento, un ragazzino non possa recarsi a scuola in sicurezza». È questa la considerazione condivisa sul gruppo Facebook Sei di Celadina Se... dalla zia di un ragazzo che, nel pomeriggio di sabato 20 aprile, è stato accerchiato e derubato da un gruppo di adolescenti.
La dinamica
«È successo in pieno giorno, intorno alle 15 in via Celadina, in zona Porta del Diavolo - racconta la zia -. Mio nipote, che è alto un metro e settanta ma è ancora un ragazzino, stava attendendo di poter attraversare la strada quando un paio di adolescenti poco più grandi di lui gli si sono avvicinati. Gli hanno chiesto un euro e poi, approfittando che non ci fosse tanta gente in giro, lo hanno accerchiato in modo minaccioso, gli hanno strappato lo zaino e preso il portafogli, rubandogli venti euro».
Chiamare il 112
Il giovane ha chiamato subito i genitori, che poi, ascoltato il suo racconto, hanno deciso di sporgere denuncia. La zia spiega: «Fortunatamente, mio nipote non si è fatto male, ma si è "solo" preso un grosso spavento. Ho deciso però di raccontare questa storia per avvisare chiedere un aiuto a chi eventualmente possa aver visto qualcosa. I Carabinieri hanno detto a mio nipote, e questo vale per tutti i ragazzi, che prima ancora dei genitori è importante chiamare il 112, così che le loro pattuglie possano intervenire».
Infine aggiunge: «Mio nipote e così altri suoi coetanei vanno a scuola tutti i giorni a piedi da soli e questa è una cosa importante pre la loro crescita. Non possono rinunciare per paura che possano capitare loro eventi di questo tipo: serve più sicurezza».
È risaputo che nei comuni di destra la criminalità è inesistente e gli asini volano
Il garantismo produce questi effetti e chi delinque è sicuro di farla franca.
Ha ragione Francesco Giuseppe. Ormai i mezzi pubblici sono un ricettacolo di gente di malaffare. Io vado al lavoro in bicicletta.
Due commenti, e hanno già detto tutto. Aspetto i soliti bastian contrari, vediamo che cosa hanno da obiettare stavolta!
Quelli dei Rolex, questo e tanti altri casi. Per Gandi e quindi per Gori e la Carnevali l'insicurezza però è solo una percezione; sono 10 anni che ce la menano con sta storia. Poi bisogna andare a piedi o in bus? Ma neanche.... Sempre il mezzo privato con questa gentaglia in giro. Gente che non ha niente da perdere e non subisce mai i danni che arrecano agli altri. Altro che denunciare le guardie carcerarie....