vandali in azione

Raid al cimitero Monumentale: rotte le foto sulle lapidi dei caduti della Repubblica sociale

Duro il commento di Andrea Tremaglia: «Tristissimo episodio, esiste il sospetto che si tratti di un gesto di matrice ideologica»

Raid al cimitero Monumentale: rotte le foto sulle lapidi dei caduti della Repubblica sociale
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Raid vandalico al cimitero Monumentale di Bergamo, dove lo scorso fine settimana sono state danneggiate le tombe di dodici caduti della Repubblica sociale italiana, regime voluto dalla Germania nazista e guidato da Mussolini tra il 1943 e il 1945.

Non si sa di preciso quando i vandali siano entrati in azione, anche se si pensa che lo sfregio possa essere stato messo in atto domenica, quando i controlli al cimitero vengono svolti da solo due guardiani, oppure di notte. Ad accorgersene è stato il parente di una delle persone sepolte: alcuni ignoti hanno rotto e graffiato le fotografie poste sulle lapidi in ricordo dei defunti.

Dopo essere venuta a conoscenza del raid l’Amministrazione comunale ha sporto denuncia (al momento contro ignoti) per risalire agli autori dell’atto vandalico. Al cimitero è intervenuta la polizia locale per effettuare un primo sopralluogo, ma nel merito starebbe indagando anche la Questura.

Duro il commento di Andrea Tremaglia, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che ha pubblicato su Facebook la fotografia di una lapide vandalizzata. «Un triste, tristissimo episodio – ha denunciato -. Trattandosi delle tombe dove riposano i caduti della Rsi, esiste il sospetto che si tratti di un gesto di matrice ideologica. Ogni Nazione deve affrontare e risolvere le pieghe del proprio passato, soprattutto quelle tragiche. Certamente non lo si può fare negando dignità o persino l’esistenza delle pagine più difficili della nostra storia comune. E non si può accettare mai, per nessun motivo, che monumenti civili o religiosi diventino luoghi di “rivendicazione” vandalica».

Nel merito della vicenda è intervenuto anche il consigliere Filippo Bianchi, anch'esso di Fratelli d'Italia, sottolineando come con la morte dovrebbe cessare «ogni tipo di violenza e contesa umana» e come si debba portare rispetto per tutti i morti. Denunciando la profanazione delle tombe Bianchi ha anche chiesto all'assessore ai servizi cimiteriali Giacomo Angeloni di conoscere «i tempi entro cui i sepolcri saranno ripristinati dal Comune, se la giunta intenda condannare pubblicamente tale atto di barbarie e se intenda essere presente, possibilmente insieme al sindaco e ai parenti dei caduti, quando i sepolcri saranno ripristinati».

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