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Regionali, finisce 5-2 per il Pd Ma pesa la sconfitta in Liguria

Regionali, finisce 5-2 per il Pd Ma pesa la sconfitta in Liguria
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Cinque regioni al Pd, due al centrodestra, che ha il merito di strappare al partito di Renzi la Liguria, la vera notizia di queste elezioni regionali. A Genova, infatti, festeggia un po’ a sorpresa Toti, che mette assieme oltre il 34 percento delle preferenze, traendo vantaggio dalle divisioni interne alla sinistra, spaccata tra i voti a Raffaella Paita (27,83 percento) e a Luca Pastorino (9,40 percento). Staccata anche la candidata del M5S Alice Salvatore. Per il resto, confermate più o meno i risultati delle previsioni, così come l’alta percentuale di astensione: si è recato a votare soltanto il 52,2 percento degli aventi diritti, il 12 percento in meno rispetto alle scorse regionali. In pratica, ha votato un italiano su due.

Veneto, ok Zaia. Oltre alla Liguria, la sola regione dove si afferma il centrodestra è il Veneto: Luca Zaia mette assieme un abbondante 50 percento e “doppia” la candidata del Pd Alessandra Moretti, ferma al 22,75 percento. Molto più indietro Flavio Tosi, uscito dalla Lega e sostenuto dai voti di Ncd e Udc, oltre che a quelli della sua lista. Davanti a lui, con 11,82 percento delle preferenze, Jacopo Berti del Movimento 5 Stelle.

De Luca trionfa. Nelle altre regioni ha vinto, invece, il Partito Democratico. A cominciare dalla Campania, unica regione che cambia colore: il testa a testa tra Vincenzo De Luca e Stefano Caldoro si conclude con un 40,91 a 38,32 per l’ex-sindaco di Salerno, che pare quindi aver “vinto” anche i malumori e le critiche suscitate dalla sua presenza nella lista degli “impresentabili” stilata da Rosy Bindi e dalla Commissione Antimafia. Per De Luca ora si apre però il problema di una possibile decadenza, sulla base della legge Severino.

La Puglia a Emiliano. Scontato e roboante (come numeri) il successo di Michele Emiliano in Puglia. L’ex-sindaco di Bari mette assieme il 47 percento delle preferenze, praticamente irraggiungibili per i due sfidanti al secondo posto: Antonella Laricchia (M5S) e Francesco Schittulli (Area Popolare, Fratelli d’Italia e Fittiani) sono entrambi attorno al 18 percento, con la candidata di Forza Italia Adriana Poli Bortone al 12,7 percento.

Le altre. Altro risultato poco sorprendente è la vittoria di Enrico Rossi in Toscana: il governatore uscente supera il 48 percento delle preferenze, più del doppio del leghista Claudio Borghi, fermo al 20. Più tirata la sfida in Umbria: a inizio spoglio, il candidato del centrodestra Claudio Ricci sembrava poter tenere testa alla favorita del Partito Democratico, la presidente uscente Catiuscia Marini. Poi però quest’ultima a lungo andare ha preso vantaggio, conquistando il 42,8 percento dei voti contro il 39,3. Ampio il successo anche di Luca Ceriscioli nelle Marche: il candidato del centrosinistra guadagna il 41,1 percento delle preferenze contro il 21,8 del primo inseguitore, Gianni Maggi del Movimento 5 Stelle. Più lontano Gian Mario Spacca, governatore uscente che, dopo due mandati in area Pd ha scelto di schierarsi con Forza Italia, raccimolando il 14,21 percento dei voti.

 

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