Regolamento Acustico, che rumore per una manciata di decibel!
I luoghi comuni sono duri a morire. E a Bergamo uno dei più diffusi è quello che descrive la nostra come una città morta. Niente di più falso, in realtà, visto che poche realtà medio-grandi possono vantare tre spazi giovanili con una ricca programmazione distribuita su tutto l’anno, diversi spazi estivi e un alto numero di locali dediti alla musica.
Le polemiche sul nuovo regolamento. È anche vero, però, che a volte c’è chi ci mette del suo nell’alimentare questa leggenda metropolitana, come dimostra la recente polemica sul Regolamento per lo svolgimento in deroga alla zonizzazione acustica comunale di manifestazioni temporanee in luogo pubblico o aperto al pubblico, cantieri e dehors, approvato nel Consiglio comunale di lunedì 9 aprile. Si tratta di una questione strettamente tecnica che ha però ricadute su uno dei settori che, negli ultimi anni, si è sviluppato maggiormente a Bergamo, ovvero il divertimento.
Soprattutto nei mesi estivi, l’offerta di Bergamo è cresciuta notevolmente e quindi il Comune si è trovato nella necessità di equilibrare gli interessi di chi questi eventi li organizza (e dei fruitori, naturalmente) con quelli di chi, invece, risiede nelle vicinanze. Da qui la decisione degli uffici tecnici del settore Ambiente ed Ecologia di Palazzo Frizzoni di modificare il regolamento in essere, andando a toccare, in particolare, il limite di decibel previsto. In altre parole, ponendo nuovi paletti all’emissione di suoni.
Cosa dice esattamente. «La questione è molto tecnica e, negli ultimi giorni, sono state dette un po’di inesattezze» spiegano Franz Barcella e Lorenzo Ingignoli di Nutopia, la società che gestisce Edoné, storico spazio giovanile della città, e che l’estate scorsa ha coordinato l’estivo al parco Goisis. «Il limite dei 65 decibel, di fatto, veniva già rispettato anche gli altri anni, quando veniva posto in base alle previsionali che dovevamo presentare. Quello che questo regolamento cambia è la possibilità di avere una deroga a questo limite in determinate casistiche, oltre che il metodo di controllo».
Fino all’anno scorso, infatti, ogni spazio giovanile o estivo intenzionato a organizzare dei concerti o delle rassegne aveva l’obbligo di presentare una previsionale nella quale si riportava, sulla base dell’impianto acustico e del tipo di evento, un quadro teorico del livello di emissione in decibel. Poi, partendo da queste stime, il Comune valutava. Ora, invece, la previsionale non servirà più: al primo evento utile, infatti, un tecnico incaricato dal Comune uscirà e farà una valutazione empirica. E come verrà fatta, questa valutazione? «I 65 decibel non vanno misurati al punto di emissione - precisano Barcella e Ingignoli -, bensì al primo recettore. In altre parole, dal soggetto esterno più vicino a cui il rumore potrebbe dare fastidio».
La prima stesura del regolamento, inoltre, quasi annullava la possibilità di ottenere delle deroghe a questo limite, rendendo praticamente impossibile l’organizzazione di festival di una certa importanza. È proprio su questi punti che la normativa ha creato delle perplessità. Innanzitutto, ogni locale ha una conformazione diversa. L’Edoné, ad esempio, posiziona il palco nella zona più lontana dalle abitazioni di via Papa Ratti, mentre il Gate al parco della Malpensata ha le case praticamente attaccate. La valutazione sulla base del «primo recettore», dunque, favorisce alcuni e sfavorisce altri.
Ma c’è poi anche una questione tecnica che crea un po’ di preoccupazione in chi, proprio in queste settimane, sta iniziando a muoversi per programmare gli eventi estivi. «Si parla di “piombare gli impianti” - dicono Barcella e Ingignoli -, ma la cosa, nella pratica, ha...»