Giorno Tre

Reportage dal confine turco-siriano Un angelo ferito e il male del mondo

Reportage dal confine turco-siriano Un angelo ferito e il male del mondo
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Photocredit BergamoPost/Mario Rota.

 

La notte a Kilis è passata per noi in modo strano. La corrente è andata via verso mezzanotte e con essa anche l'acqua. Questa cosa è dovuta al load balancing resosi necessario dall'aumento della popolazione che costringe le autorità locali a razionare l'energia per zone. Il vento dal sud ha portato netti e distinti gli echi dei bombardamenti a poche decine di chilometri, crepitii secchi e rombi profondi. La giornata si è svolta girando per la città al seguito della nostra guida e dei volontari che ci permettono di entrare nelle abitazioni dei rifugiati durante la distribuzione degli aiuti. Tanti volti, tante emozioni, tante interviste.

 

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Masallah, Dio benedica, sulla porta di una casa in miseria.

 

Ma di questo scriverò in un altro articolo: oggi voglio raccontarvi solo un episodio, di una delle cose più strane e toccanti che mi sia capitata in vita mia. Siamo andati da una famiglia originaria di Aleppo. Il padre ha un chioschetto da venditore ambulante proprio davanti all'uscio di casa. Non so cosa facesse prima di arrivare in Turchia. Entriamo in casa, prima ci leviamo le scarpe secondo l'uso locale e ci accomodiamo sui tappeti. Arrivano i bambini - la coppia ha cinque figli - e la bimba più piccola apre il pacco. Prende il sacchetto dei biscotti con gli occhi tutti sorridenti, lo strappa con i denti, ne estrae una confezione, la scarta e ci offre i biscotti. Due a testa. Tutta la confezione. Facciamo per rifiutare ma lei con sguardo fiero da bambina di sei anni insiste. Poi, dopo essersi sincerata che noi avessimo assaggiato il suo dono, si è lanciata con voracità su un secondo pacco che ha divorato in breve tempo.

 

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Bimbi che aprono un pacco appena consegnato.

 

Poco a poco giungono da scuola i fratellini. Nel frattempo la nostra guida ci sussurra - non ho capito bene - che c'era lì una bambina indemoniata. Sorvolo e passo il tempo a giocare con i bimbi. Entra poi una bimba di dieci anni di una bellezza straordinaria, con un velo fantasia cachemire color ocra. Si avvicina alla nostra guida per salutarla e dice qualcosa a lei ed ai suoi genitori. Mi guardano. Ovviamente non ho capito nulla. Ali mi guarda e mi sussurra: «Lei è la bimba che dicono che sia indemoniata. ho detto loro che sei un prete. Devi benedirla adesso». Non so se sia stato uno scherzo, ma mi si è gelato il sangue nelle vene guardando negli occhi il padre e la madre. L'ho fatta sedere davanti a me e le ho imposto le mani. Non so cosa ho pensato, lo giuro, ma sentivo la sua tensione tra le mie dita e gli sguardi di tutti su di me. Poi l'ho fatta alzare e sedere accanto.

 

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Famiglia appena arrivata dalla Siria al Bab,
territorio da pochi giorni sottratto al Daesh dalle truppe turche.

 

Ho ricominciato a giocare con i fratellini mentre la guida mi spiegava che soffre di crisi notturne con convulsioni, irrigidimenti, urla e strepiti che la famiglia, fortemente superstiziosa, interpreta come possessione demoniaca. Poi, dopo un po', si acquieta e riprende il sonno e la mattina non ricorda nulla. Vediamo anche un video girato alcune notti prima. Il padre ci mostra una bottiglia di acqua benedetta che fanno bere alla piccola prima di dormire. Ci raccontano che due anni fa la loro casa era stata colpita da una bomba mentre la famiglia era all'interno, che nessuno era morto o rimasto ferito ma la bambina aveva perso di vista il padre e l'aveva creduto morto per alcuni lunghissimi minuti. Forse quella è la causa scatenante le crisi notturne. Giochiamo con i bimbi, e dopo che la minore mi canta Fra Martino in siriano, io la faccio cantare Ci son due coccodrilli. Fotografo i bimbi e loro fotografano noi con le nostre macchine, ci raccontano delle meravigliose storielle assolutamente incomprensibili, ma bellissime a giudicare dai loro occhi. Con l'altra guida siriana di Aleppo raccontiamo barzellette, ognuno nella sua lingua, ci prendiamo un sacco in giro e facciamo ridere un sacco i bimbi.

 

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Giovane madre con i figli. Il padre da più di un anno è a Istanbul per lavoro.

 

La cosa sconcertante è che dopo due giorni insieme e dopo la prima giornata di diffidenza reciproca ci capiamo, che le ore sono passate e che ci ritroviamo complici ed abbracciati a cantare. A un certo punto ho distintamente pensato di aver condiviso con loro molto di più che con i miei vicini di casa. Andandomene l'ho invitata a venire ancora da me, lei la piccola “indemoniata”. Le ho imposto le mani. Non me la sono sentita di pregare il mio dio ma l'ho benedetta tra me e me con tutto il mio cuore. Le ho aperto una mano e vi ho deposto un bacio. Lei mi ha fatto abbassare e mi ha dato un bacio sulla fronte. Se è vero che chi salva una vita salva il mondo intero, cosa devo pensare di chi fa un male simile a una bellissima bambina di dieci anni?

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