Riapertura del ponte San Michele, Carretta e Scandella: risposte celeri sul nuovo ponte
Secondo le previsioni di Rfi, il ponte reggerà il traffico ferroviario per i prossimi 20 anni. Prevista la realizzazione di un secondo ponte chiuso al traffico veicolare
Il Ponte San Michele, dopo due anni di stop alla circolazione dei treni per consentire un intervento di manutenzione straordinaria del costo di 21,5 milioni di euro, è stato riaperto solamente da poco più di due settimane al traffico ferroviario, ma già c’è chi si interroga su quale possa essere il suo futuro. In particolare i consiglieri regionali bergamaschi Niccolò Carretta (Azione) e Jacopo Scandella (Partito Democratico) che hanno depositato un’interrogazione rivolta al presidente regionale Attilio Fontana e all’assessore ai Trasporti e Mobilità Claudia Maria Terzi per chiedere di prendere in considerazione l’ipotesi di una revisione della mobilità ferroviaria e stradale sulla tratta.
«Sappiamo che Rfi ha presentato le bozze di un progetto per la realizzazione di un nuovo ponte vicino al San Michele che, non contemplando il passaggio delle automobili, si inserirebbe in un contesto di viabilità a doppio binario, con l’ipotesi che la tratta potrebbe raggiungere, via Carnate, partendo da Orio al Serio, oltre che Milano anche Seregno – spiegano Carretta e Scandella -. Sarebbe importante conoscere la posizione di Regione Lombardia per poter favorire il più possibile un dialogo con i territori interessati e una cooperazione tra istituzioni per migliorare la mobilità in un’area chiave della regione».
Nonostante l’oneroso intervento manutentivo, che ha ripristinato la linea ferroviaria a binario unico e una corsia stradale a senso unico alternato, come dichiarato dallo stesso Maurizio Gentile, commissario e amministratore delegato di Rfi, il Ponte San Michele entro 20 anni non potrà più sopportare il passaggio dei treni. Da qui l’esigenza di prevedere un secondo ponte per il collegamento ferroviario delle provincie di Bergamo e Lecco. Come sottolineato nel testo dell’interpellanza, inoltre, «sulla viabilità stradale non è ancora definito il collegamento tra Bergamo e la Pedemontana, in relazione al quale si ritiene opportuno prendere in considerazione la definizione di un progetto di largo respiro».
Per questa ragione i consiglieri regionali hanno chiesto al Pirellone non soltanto se si stia prendendo in considerazione l’ipotesi di una revisione della mobilità ferroviaria e stradale della zona, anche in accordo con Rfi, ma anche tempistiche e modalità e, soprattutto, quali siano gli intendimenti circa l’ipotesi, la progettazione e la realizzazione di un nuovo ponte ferroviario a doppio binario a fianco dell’attuale Ponte S. Michele, valutando se quest’ultimo possa essere utilizzato per il solo traffico pedonale e viario locale, permettendo così una efficace gestione alla luce della riduzione del carico garantita dalla sospensione del passaggio dei treni. «Noi, i tantissimi pendolari e i cittadini della zona attendiamo una risposta celere – concludono Carretta e Scandella -. Auspichiamo veramente che questa sia la volta buona per un dialogo costruttivo e proficuo».