Rincari delle rette nelle Rsa, i sindacati: «La Regione copra i costi aggiuntivi»
A causa delle lungaggini burocratiche e dei rincari nelle dimissioni, gli anziani rischiano di perdere il posto nelle strutture convenzionate
«In attesa di una specifica verifica legale sulla bontà delle vostre decisioni, onde evitare ulteriori disagi alle famiglie e problemi organizzativi alle strutture riceventi, vi invitiamo a rimuovere gli elementi ostativi sopra riferiti, che causano costi e difficoltà a degenti e famiglie garantendo tempi certi per la definizione della procedura». È uno stralcio della lettera che Cisl Bergamo, Fno Bergamo, Fnp Lombardia e Adiconsum hanno inviato alla residenza Primavera di Albano Sant’Alessandro, dopo aver raccolto svariate testimonianze di parenti che lamentavano pesanti rincari per l’eventuale dimissione degli anziani ospiti.
I sindacati, che da tempo lamentano gravi ritardi e mancanze nella gestione delle dimissioni e delle riammissioni dei pazienti nelle Rsa, si sono rivolti anche al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e alla presidenza dell’Ats di Bergamo. «Riceviamo continue segnalazioni per i problemi legati alle dimissioni di congiunti dalla Residenza per il trasferimento in Rsa Convenzionate - si legge in una nota -. Questi comportano gravi costi e lungaggini anche per la necessità di isolamento disposta dalla delibera regionale».
A oggi sono una decina le famiglie che si sono rivolte alla Cisl (che ha sollevato il caso nei giorni scorsi) per chiedere un intervento capace di sbloccare una situazione che rischia di compromettere il passaggio ad altre Rsa. In provincia, infatti, solo una decina di strutture ha potuto riaprire, grazie a un piano d’interventi in materia di sicurezza imposti dalla Regione, e queste impiegano pochissimo tempo a “pescare” dalle liste d’attesa potenziali ospiti. «Se la situazione alla Residenza Primavera non si sblocca - commentano i parenti -, rischiamo di perdere il posto in altre case di riposo, che non vogliono giustamente attendere i lunghi tempi di Regione Lombardia e di Ats».
«Facciamo fatica a pensare che alcune famiglie possano permettersi rette alberghiere così esorbitanti - concludono Caterina Delasa, segretaria generale Fnp-Cisl Bergamo, e Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Stiamo parlando di anziani in condizioni di grave non autosufficienza, affetti da patologie complesse non più gestibili a domicilio da familiari o badanti, neanche con l’aiuto dei servizi socio-sanitari. Regione Lombardia deve intervenire per coprire i costi aggiuntivi. Non si possono aumentare unilateralmente le rette, gravando in modo iniquo sulle famiglie».