Il risveglio (pauroso) dei vulcani
È agitata la terra in questa fine 2018. I vulcani danno segni di risveglio e fanno tremare in senso non solo metaforico chi abita nel raggio di decine di chilometri. Gli scienziati avevano messo tutti all’erta: siamo entrato infatti in una lunga parentesi ribattezzata del “Minimo solare”, caratterizzata dal fatto che le macchie solari sono pressoché assenti o nulle. Il Minimo solare genera un calo della temperatura media del Pianeta: la notizia buona è dunque che il calor termico diminuirebbe gli effetti del Global Warming. La notizia meno buona è che i grandi Minimi solari rappresentano un fattore determinante nell'innescare forti terremoti e gigantesche eruzioni vulcaniche. La causa sarebbero i raggi gamma provenienti dal Sole.
Il primo segnale lo ha dato sabato scorso 22 dicembre il piccolo Krakatoa nell’isola di Rakata, tra Giava e Sumatra, in Indonesia, una delle più irrequiete della Terra, per via delle eruzioni che possono provocare terremoti e tsunami. Ha causato una frana sottomarina provocando una strage, con 373 vittime accertate e 128 dispersi, tra le isole indonesiane di Giava e Sumatra. È una tipologia di vulcano che è stata paragonata da alcuni studiosi allo Stromboli. Sarà un caso, ma in quegli stessi giorni lo stesso Stromboli ha iniziato a dare qualche segnale preoccupante. Non a caso il giorno di Natale il Dipartimento della Protezione Civile ha disposto il passaggio di livello di allerta da «verde», che corrisponde all'attività ordinaria, al livello «giallo» per lo Stromboli.
Sempre a Natale si è svegliato anche il più vivo e temibile dei vulcani italiani, l’Etna. L'Etna è il vulcano più attivo d'Europa e, anche per questo, è costantemente monitorato dagli scienziati e dalle autorità. Da quando il 24 dicembre ha ricominciato la sua attività eruttiva, nei territori dei dintorni, in direzione del mare si sono registrate continue scosse di terremoto, sino a quella più forte di magnitudo 4,8 dell’altra notte, facendo crollare a Pennisi, frazione di Acireale, la statua di Sant’Emidio, messa sulla cima del campanile. Non un santo qualunque, visto che si tratta del protettore dai terremoti. Si è trattato di un terremoto vulcanico, che colpisce con violenza aree molto piccole e non percorre grandi distanze in superficie, con un’onda sismica che si attenua rapidamente.
Ma quello che più inquieta rispetto all’Etna sono le rilevazioni di un gruppo di geologi tedeschi, gli scienziati del Geomar Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel, che stanno studiando i movimenti del vulcano con particolare attenzione al fianco subacqueo. Dalle rilevazioni è emerso che il fianco sud-orientale del vulcano si sta pericolosamente e lentamente scivolando verso il mare: in otto giorni è stato misurato uno slittamento di quattro centimetri. Un eventuale rapido e improvviso movimento potrebbe provocare uno tsunami disastroso. Il movimento sarebbe causato non dall'attività interna del vulcano ma dalla forza di gravità, con un cedimento in direzione del mare. L’Etna non è solo il bellissimo, placido vulcano da cartolina...