Opinioni a confronto

De Roon: sogno o necessità?

De Roon: sogno o necessità?
Pubblicato:

Vogliamo aprire la settimana con una domanda. Semplice, diretta e molto importante: Marten de Roon serve davvero a questa Atalanta? Tanti tifosi, sui social e non, attendono con impazienza novità sulla trattativa che dovrebbe portare il centrocampista olandese alla corte di Gasperini, ma per un folto schieramento di entusiasti c’è un buon numero di appassionati che, numeri alla mano e dimenticando per un attimo la poesia, sostiene come sia impensabile investire 15 milioni di euro su un giocatore che non è un bomber di razza né decide le partite. E allora perché tutti sognano il suo ritorno? Proviamo a chiarire la situazione e diciamo subito che, per noi, uno come de Roon è l’elemento ideale per una piazza come Bergamo e per l’Atalanta di Gasperini.

 

 

Le ragioni di chi lo vuole. Marten de Roon è arrivato a Bergamo quasi sotto silenzio nell’estate del 2015. Capitano dell’Heerenven, il ragazzo olandese è il classico centrocampista centrale in una linea a quattro o il mediano davanti alla difesa in un 4-2-3-1, oppure ancora in uno schieramento a tre. La sua esperienza a Bergamo è durata solo una stagione ma nel giro di dodici mesi tutti i tifosi hanno imparato ad apprezzare i suoi modi gentili fuori dal campo e la sua grandissima duttilità e generosità nel cuore del gioco. Educato e rispettoso della gente a livelli da applausi (tutto lo stadio ha imparato a conoscere i suoi giri di saluto sotto ogni settore al termine delle gare), de Roon ha stupito davvero tutti e ha lasciato un grande ricordo nonostante il suo passaggio al Middlesbrough per dieci milioni di euro più bonus lo abbia strappato al campionato di Serie A dopo appena una stagione. Con gli inglesi è poi retrocesso, ma il ragazzo classe 1991 si è guadagnato anche la nazionale olandese (due presenze) e le parole spese per lui da Mourinho («è fenomenale» aveva dichiarato lo Special One a fine marzo) certificano il livello del calciatore. Quando uno cui tutti hanno voluto e vogliono bene è sul punto di tornare, la felicità è ai massimi livelli. La conoscenza dell’ambiente e del campionato di A, la grande duttilità e la voglia di giocare nuovamente all’ombra di Città Alta sono tutti fatti determinanti, ma quello che solo a Bergamo diventa decisivo è lo spirito da guerriero che de Roon ha sempre messo in campo: quando una tifoseria espone striscioni con scritto “uomini, non campioni. All’Atalanta solo gente con i c….i”, è chiaro il motivo per cui de Roon rappresenta il classico usato sicuro.

 

 

I dubbi di chi dice no. Il rovescio della medaglia, in questo caso specifico, è completamente e unicamente economico. La formazione inglese del Middlesbrough, dopo alcune schermaglie iniziali in cui si pensava potesse accettare una cifra inferiore, si è barricata dietro una valutazione di 15 milioni di euro più bonus. L’Atalanta nella sua storia non ha mai fatto un acquisto di questa portata e quindi molti tifosi sostengono la tesi “conservativa”: ok la poesie, ok che è de Roon, ma 15 milioni sono una follia. Per un giocatore come l’olandese sarebbero sufficienti (sempre secondo chi non è d’accordo) molti meno soldi, un investimento di quella portata va fatto per elementi in grado di decidere le partite: un centravanti, un altro Papu, un centrocampista di grandissimo livello offensivo sono solo esempi di tipologie di calciatori che giustificherebbero l’investimento. Dal punto di vista tecnico, una sparuta minoranza sostiene anche che non c’è la necessità di ingaggiare un elemento come de Roon avendo già Freuler, Cristante, Haas, Schmidt, Pessina e Melegoni più Kurtic adattabile. Ad una cifra molto più ragionevole, si può ingaggiare il francese Ferri del Lione oppure attendere qualche occasione di fine mercato.

 

 

Ecco perché per noi sarebbe il top. Premettendo che anche senza l’olandese la squadra è comunque molto competitiva per una stagione in cui si cerca il consolidamento in Serie A oltre alla voglia di fare bella figura nelle Coppe, per noi l’arrivo di de Roon è il massimo per un contesto come quello di oggi alla Dea. Di questo siamo convinti per almeno cinque motivi.

  1. Ragazzo a modo, professionista esemplare: non c’è bisogno di attendere né di sperare che si possa integrare. De Roon nello spogliatoio della Dea ci entra senza problemi, ha già contatti con parecchi elementi (foto a Ibiza con Papu docet) e tutti lo accoglierebbero a braccia aperte.
  2. La sua volontà è chiarissima: ogni giorno, de Roon e la sua famiglia non perdono occasione di manifestare la voglia di tornare a Bergamo. Lo fanno con l’Atalanta, con i compagni già a Zingonia, con la dirigenza del Boro e con gli amici. A tutti i livelli e senza soluzione di continuità.
  3. Tatticamente è molto importante: dal punto di vista tattico, nella coppia di mezzo avere de Roon, Freuler e Cristante per due posti,on Haas e Schmidt che possono crescere senza pressione è fondamentale. La concentrazione più alta di partite è nei primi mesi di campionato, il dettaglio è decisivo e gli equilibri della squadra sono da trovare in fretta.
  4. Gli altri ruoli sono coperti: rosa alla mano, l’Atalanta ha alternative in ogni reparto. Dietro sono in sei per tre posti con certezze assolute, sugli esterni in quattro per due posti, davanti ci sono tre centravanti e quattro esterni alti. Al centro, giovani e scommesse sono più numerosi delle certezze ed ecco perché de Roon è fondamentale.
  5. Gasperini avrebbe la rosa completa: con de Roon, il tecnico sarebbe molto più tranquillo sulle alternative a disposizione, con una piccola finestra di salvataggio nel caso in cui arrivasse qualche grande occasione a ridosso della fine del mercato. Se per il novanta per cento il gruppo è fatto già a luglio, l’arrivo dell’olandese porterebbe questa percentuale vicina al cento per cento.
Seguici sui nostri canali