Lo dice la London School of Economics

La segretaria? La farà il robot I lavori ripetitivi spariranno

La segretaria? La farà il robot I lavori ripetitivi spariranno
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Speriamo sia solo un’esagerata previsione. Se non lo fosse, molti tra i lavoratori del Bel Paese saranno presto costretti a reinventarsi. Infatti, secondo la London School of Economics, il 56 percento dei lavori in Italia rischia di sparire entro due decenni, perché le macchine stanno diventando sempre più “intelligenti” e saranno presto in grado di sostituire lavoratori in carne ed ossa.

Lo studio è di Jeremy Bowles, un economista della London School of Economics che ha incrociato i dati relativi al mercato del lavoro europeo con le analisi circa la crescente capacità di macchine e robot di "imparare" come ci si comporta in vari contesti lavorativi (cameriere, centralinista, segretaria). E, in Italia, sono tantissimi i lavori identificati come facilmente sostituibili. Nulla da temere hanno, al contrario, quei lavoratori le cui mansioni sono poco ripetitive e caratterizzate da “intelligenza sociale”, ad esempio manager, ricercatori, scienziati, insegnanti, avvocati e artisti.

Una nota di (grottesca) speranza: la lentezza italiana a macchinizzare gli ambienti lavorativi giocherà un punto a favore dei dipendenti in carne ed ossa.

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La situazione in Europa. Peggio degli italiani stanno solo la Romania, dove il 62 percento dei lavori rischia di essere sostituito da macchine entro vent’anni, Portogallo (59%), e Croazia (58%), mentre allo stesso livello del Belpaese (56% di lavori sostituibili) ci sono Polonia, Bulgaria e Grecia.

Rischi minori di subentro macchina-uomo per vari Paesi economicamente meno avanzati, come Repubblica Ceca (54%), Slovenia (53%), Lituania (52%) e Lettonia (51%). Ancora inferiore la possibilità in Regno Unito e Svezia, con "solo" il 47% delle mansioni a rischio sostituzione. In Germania, Francia e Spagna i lavori sostituibili sono invece rispettivamente il 51%, 50%, e 55%.

Una sostituzione già in atto. Se la previsione della London School of Economics potrebbe sembrare a qualcuno un’ipotesi ancora lontana dalla realtà, ecco qualche esempio in cui le macchine hanno già soppiantato l’uomo. Tanti bed and breakfast non si servono più della classica portineria dove si trovava qualcuno sempre pronto ad ad accogliere i clienti: adesso è tutto più semplice, basta digitare un codice su una tastiera computerizzata e la porta si apre da sé. Anche le tradizionali biglietterie ormai sono state quasi interamente sostituite da macchine digitali perfettamente autonome. Ancora, in due ospedali di Genova alcuni robot sostituiscono i fisioterapisti perché alcuni studi hanno dimostrato la loro maggior precisione durante le sedute. Ma non solo: dalle banche esistenti solo online ai robot che vengono impiegati per scrivere articoli di giornali, dalle auto che presto si guideranno da sole ai negozi senza commessi. Insomma, la lista è lunga e - a pensarci bene - la rivoluzione delle macchine è già cominciata da parecchi anni.

Ultimi dati sulla disoccupazione in Italia. Secondo l’Istat, nel giugno 2012, il tasso di disoccupazione era del 12,6 percento, quest’anno invece tocca il 12,3 percento. Un piccolo miglioramento, anche se sui dodici mesi si registra un incremento dello 0,1 percento. Nuovo e triste record invece lo vince ancora la disoccupazione giovanile, pari al 43,7 percento, in crescita di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente. A giugno 2014 gli occupati sono 22 milioni 398 mila, in aumento dello 0,2 percento rispetto al mese precedente (+50 mila) e sostanzialmente invariati su base annua. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni rimane sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente mentre diminuisce dello 0,9 percento rispetto a dodici mesi prima.

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