Indagini chiuse

Rogo all'asilo di Osio Sopra, maestra e coordinatrice imputate di negligenza e omissioni

A otto mesi dal rogo che travolse e ferì 5 bambini e tre adulti, si delinea il quadro delle responsabilità

Rogo all'asilo di Osio Sopra, maestra e coordinatrice imputate di negligenza e omissioni
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Sono passati otto mesi da quel 30 maggio in cui 5 bambini (due di loro molto gravemente) e tre adulti rimasero feriti nell'incidente all'asilo "San Zeno" di Osio Sopra. Otto mesi di indagini che ora si sono chiuse. Per la procura di Bergamo, sono tre le persone indagate per lesioni colpose gravissime e accensioni ed esplosioni pericolose: un genitore, che quella mattina ha portato e usato il bioetanolo, causando la fiamma che ha investito il gruppo, la maestra e la coordinatrice. Archiviata invece la posizione del parroco, legale rappresentante della scuola.

Le responsabilità

Se da un lato il padre, 41enne di Osio Sopra, ha fin da principio raccontato quanto successo quella mattina, mostrandosi colpito e affranto per quanto successo, dall'altro la maestra e la coordinatrice hanno cercato di allontanare le proprie responsabilità nell'incidente. In particolare, la coordinatrice ha fatto sapere tramite il suo avvocato di essere «determinata a difendersi da accuse che reputa ingiuste», ma la procura per lei e per l'insegnante parla di «negligenza, imprudenza e imperizia».

Maestra e coordinatrice

In particolare, alla coordinatrice, che aveva dichiarato di trovarsi in direzione, quindi non direttamente sul posto dell'incidente nel momento in cui tutto è precipitato, sono imputate omissioni di misure necessarie ad evitare eventi dannosi e delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro; alla la maestra della sezione "blu" l'aver approvato l'attività di orienteering all'interno della quale era stato pensato anche il falò per cuocere marshmallows dal quale è partito il ritorno di fiamma. La sua negligenza sta nell'aver permesso che la tanica di bioetanolo, liquido altamente infiammabile, venisse portata all’asilo senza verificare se la sostanza fosse pericolosa per i bimbi di cui, da regolamento, è responsabile.

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