Rogo nella psichiatria del Papa Giovanni, a giudizio i due indagati per la terribile morte di Elena Casetto
Contestato l’omicidio colposo a un 41enne e un 40enne, addetti antincendio dell’impresa cui era stato appaltato il servizio
Sono stati rinviati a giudizio i due addetti della squadra antincendio indagati per il decesso di Elena Casetto, 19 anni, morta in seguito al rogo scoppiato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII ad agosto del 2019. La giovane sarebbe deceduta a causa dei fumi inalati e dello shock termico.
Viene contestato l’omicidio colposo a un quarantunenne di Lissone e un quarantenne di Paderno Dugnano, che all’epoca dei fatti erano dipendenti dell’impresa cui era stato appaltato il servizio di pronto intervento in ospedale.
La vittima, una ragazza di origini brasiliane residente a Osio Sopra, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe usato un accendino per dare fuoco al letto al quale era stata legata dopo aver manifestato segno d’agitazione, facendo così partire l’allarme antincendio.
Secondo il pm Letizia Ruggeri, titolare dell’indagine, la morte della ragazza sarebbe legata a una colpa consistita in negligenza e imperizia. I due addetti non sarebbero stati in grado di seguire le procedure previste dal piano di emergenza. Inoltre non sarebbero stati in possesso delle dotazioni antincendio necessarie a fronteggiare il rogo, invece che usare l’idrante a muro di fronte alla stanza in cui sono divampate le fiamme sarebbe stato usato senza successo un estintore e avrebbero tardato nel richiedere rinforzi.