Rogo nella psichiatria del Papa Giovanni, due indagati per la terribile morte di Elena Casetto
La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. La giovane, 19 anni e ricoverata, è morta carbonizzata nell'agosto 2019 dopo aver dato fuoco a un letto con un accendino
La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per il decesso di Elena Casetto, morta carbonizzata nella sua stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII nell’agosto del 2019. Due al momento gli indagati: un quarantenne di Lissone e un trentanovenne di Paderno Dugnano, entrambi addetti della squadra antincendio e all’epoca dei fatti dipendenti dell’impresa cui era appaltato il servizio di pronto intervento.
La ragazza di origini brasiliane, residente a Osio Sopra, secondo gli inquirenti avrebbe usato un accendino per dare fuoco al letto nel quale si trovava, azionando l’allarme antincendio. Secondo il pm Letizia Ruggeri, a conclusione delle indagini preliminari, il fatto sarebbe avvenuto per una colpa consistita in negligenza e imperizia. I due infatti, una volta arrivati sul luogo dell’incendio, non sarebbero stati in grado di seguire le procedure previste dal piano di emergenza dell’ospedale. Inoltre, uno degli addetti, appena dopo essere arrivato nel reparto di psichiatria, sarebbe uscito e avrebbe raggiunto il piano terra per vestirsi con le dotazioni antincendio. Il secondo, invece che usare l’idrante a muro più vicino, di fronte alla stanza in cui è divampato il rogo, avrebbe usato senza successo un estintore.
Quindi i due avrebbero continuato a usare altri estintori nel tentativo di domare le fiamme e avrebbero anche esitato a chiamare i vigili del fuoco per chiederne l’intervento. Nel frattempo, la giovane sarebbe deceduta a causa dei fumi inalati e dello shock termico.