Gli assenteisti del Comune di Roma dove 230 vigili al giorno sono malati
L’hanno ribattezzato «il Campidoglio del fancazzismo», dopo che il Codacons ha deciso di presentare un esposto alla magistratura contabile per chiedere l’apertura di un’indagine. Il motivo? L’assenteismo galoppante, è ovvio. Si è calcolato che presso il Comune di Roma nel 2015 il tasso di assenze sia stato vicino al 22 percento medio. «L'assenteismo produce un danno economico evidente ed elevato per i romani, attraverso servizi ridotti e spese a carico della collettività – ha dichiarato il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. Per questo chiediamo alla Corte dei Conti di verificare i danni per l’Erario e per i contribuenti, e di procedere nei confronti dei responsabili».
Il dato. A rendere note le cifre è stato lo stesso Campidoglio, che pubblica i dati trimestrali sul suo sito. Le tabelle sono divise per sezioni e riportano le percentuali di assenza e presenza; per individuare il valore annuo complessivo il calcolo non è semplice, ma qualcuno l’ha fatto. Si è evinto che dei circa 23mila dipendenti del Comune, ogni giorno circa 5 mila sono assenti, tra ferie, malattie o permessi sindacali. Ha così commentato il Comune: «Per quanto riguarda le assenze giustificate […] l’Amministrazione Capitolina precisa che nel 2015 il dato medio di assenze (ferie comprese) è stato del 23,72% contro il 26,21% del 2014, in linea, peraltro, con il costante decremento registrato negli ultimi 10 anni (nel 2006 era del 33,58%). Al netto delle ferie la media di assenze dal servizio relativa al 2015 è stata dell’11,8%», come se fosse un dato confortante.
Chi fa peggio di tutti. Uno dei dipartimenti più disertati è quello delle politiche abitative: a gennaio-marzo ha visto il 22,81 percento di assenti; ad aprile-giugno il 26,15; a luglio-settembre il 38,858; a ottobre-dicembre il 27,40 percento. Un valore annuo che si aggira intorno al 28,8 percento. In questo modo, quasi un terzo del potenziale lavorativo viene meno. Ovviamente il periodo estivo segna tassi più alti a causa delle ferie, ma le assenze per malattia sono fisse intorno al 9 percento in tutti e quattro i trimestri. La cosa non pare molto logica. Sono molti i settori comunali che vantano (si fa per dire) medie di assenza elevate. Se fossero classi scolastiche, ai professori verrebbe quanto meno un sospetto. La Polizia municipale di Roma, che conta ben 5780 agenti, vede le assenze su base annua intorno al 22 percento, il 4 per malattia (ogni giorno 230 vigili hanno l’influenza...). Ma fanno peggio quelli delle politiche sociali (25 percento) e delle Risorse umane (oltre il 26). Non si ammalano mai invece i dirigenti dell’avvocatura capitolina: 22 avvocati, quasi sempre presenti.
Le altre città e i privati. Per capire come è messa la Capitale bisogna fare un confronto con le altre grandi città del Paese. Roma è in testa alla classifica, almeno in questo campionato, ma altre insospettabili la seguono non tanto distanti. Per dire, Milano si attesta comunque su un 18,6 percento di assenze annue; Napoli invece si scopre meno assenteista, con “solo” il 16,2. L’elevato assenteismo comunale non pare essere quindi una caratteristica tipica solamente di Roma, anche se la Capitale ne è primatista assoluta. Come ricordava Repubblica, parlando del dato su Roma del terzo trimestre, il vero confronto impietoso è quello coi numeri del settore privato. Se a Roma le assenze (escludendo le ferie) toccano il 12,7 percento del totale, il dato delle aziende private fornito da Confindustria e dall’Abi (banche) non supera il 7,5. È questa forbice l’aspetto più preoccupante del caso romano.
Il commissario Tronca. Chissà se la riforma Madia e il lavoro del commissario Francesco Paolo Tronca riusciranno a stringere questo margine. È di sabato 12 marzo la nota del Campidoglio in merito: «Sin dal suo insediamento il Commissario Straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, ha avviato un’attività di controllo e verifica del personale capitolino, chiedendo la massima collaborazione dei Dirigenti e degli stessi dipendenti, nell’assicurare un’azione amministrativa efficace e trasparente. Solo nei primi tre mesi del 2016 due sono stati i licenziamenti con preavviso per assenza ingiustificata (2 i licenziamenti analoghi nell’anno 2015). Al contempo sono stati avviati 5 procedimenti disciplinari per presunte irregolarità nella registrazione delle presenze in servizio. Complessivamente, i procedimenti disciplinari in itinere a vario titolo sono 95, di cui 19 a carico di dirigenti».