Rotte le tombe dei caduti della Repubblica sociale, Angeloni: «Nessuna rivendicazione»
L'assessore ai servizi cimiteriali ha risposto a un'interrogazione presentata da Andrea Tremaglia. Visto il bersaglio dei danneggiamenti, il sospetto era che si trattasse di un gesto di natura ideologica
«Nessuna rivendicazione è pervenuta finora al Comune o ai suoi uffici». Lo ha specificato l’assessore ai servizi cimiteriali Giacomo Angeloni rispondendo a un’interrogazione avanzata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Andrea Tremaglia, dopo il raid vandalico commesso presumibilmente domenica scorsa (30 gennaio) nel cimitero Monumentale di Bergamo.
Nell’occasione i vandali avevano rotto le fotografie poste sulle tombe di dodici caduti della Repubblica sociale italiana. Un gesto che, considerato il bersaglio dei danneggiamenti, poteva dar adito al sospetto che fosse stato compiuto per ragioni ideologiche. Nell’interrogazione Tremaglia chiedeva anche se nel frattempo i responsabili fossero stati identificati e in che modo il Comune intendesse agire per ripristinare le lapidi danneggiate.
«Il campo in cui si trovano le lapidi danneggiate è assicurato dal Comune contro gli atti vandalici – aggiunge l’assessore Angeloni -. Nei prossimi giorni gli uffici competenti verificheranno la possibilità di risarcimento e agiranno per ripristinare le fotografie dei defunti».
Resta ancora ignota l’identità dei vandali. «L'Amministrazione ha provveduto a sporgere denuncia d'ufficio e già nella mattinata di lunedì (31 gennaio) gli agenti della polizia giudiziaria del comando di Bergamo, in collaborazione con i colleghi della Digos, hanno avviato i controlli – conclude Giacomo Angeloni - nella speranza di far chiarezza sulla dinamica del fatto e di risalire ai responsabili».