Il caso

Scandalo di Albano, l’opposizione: «Il bagno delle maestre non è un set porno»

La minoranza in Consiglio comunale si aspetta che la maggioranza voti le dimissioni del sindaco e maestro Maurizio Donisi per quel “gioco” con la telecamera a scuola

Scandalo di Albano, l’opposizione: «Il bagno delle maestre non è un set porno»
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Non si placa la polemica ad Albano Sant'Alessandro. Il sindaco Maurizio Dionisi lo scorso venerdì 19 febbraio ha confessato di essere stato lui a piazzare una telecamera nel bagno delle docenti, all'interno della scuola elementare del paese dove lavorava come maestro.

Al centro dell'episodio ci sarebbe stato un “gioco erotico” con una collega sposata e con figli, di cui non ha voluto fare il nome. Avrebbe avuto l'intenzione di filmarla con il suo consenso nell'atto di infilarsi delle mutandine, ma all’ultimo la docente non si sarebbe recata in bagno. Allora Donisi avrebbe cercato di recuperare la telecamera prima che riprendesse altre colleghe, ma l’obbligo di rimanere in classe con gli alunni glielo avrebbe impedito.

Nel frattempo l'ipotesi di reato per Donisi (originario di Ceppaloni, Benevento, come Clemente Mastella) è quello di interferenze illecite nella vita privata, aggravate dalla funzione pubblica di docente, che potrebbe portarlo ad essere perseguito d'ufficio.

Il sindaco non si fa vedere in giro da sabato scorso. La docente che ha rinvenuto il dispositivo, Angela Pagano, che si era presentata candidata sindaca alle elezioni comunali del 2017 nella lista “La tua Albano”, si dice ancora molto scossa, infine l'avvocato del primo cittadino, Dimitri Colombi, si dice scettico nei confronti delle versioni diffuse sui giornali.

Se dal punto di vista penale già la questione è intricata, lo è anche in Giunta, dove è scoppiato il caso con l'entourage del sindaco che invita alla cautela e l'opposizione inferocita per l'accaduto. Dalla lista “La tua Albano” fanno sapere: «Dai consiglieri di maggioranza ci aspettiamo un po’ di dignità: non saremo noi a chiedere le dimissioni del sindaco. Devono farlo loro, per dimostrare che hanno capito la gravità dell’accaduto e che il bagno delle maestre non è il set per film porno».

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