Lo sconvolgente dossier Onu sui bambini nello Stato islamico

Mentre il mondo è ancora scosso dalla diffusione del video del pilota giordano arso vivo, e mentre la Giordania ha iniziato la sua vendetta, si scoprono altre atrocità firmate Isis. Il livello di orrore a cui gli jihadisti sono in grado di ricorrere sembra non avere fine. Questa volta le vittime fanno parte della categoria più indifesa e vulnerabile: i bambini. È un documento shock quello diffuso dal Comitato Onu sui Diritti dell’Infanzia in cui si parla delle violenze perpetrate sui bambini da parte dei miliziani appartenenti al sedicente Stato Islamico. Oltre alle continue sevizie e abusi sessuali, i bambini in Iraq verrebbero usati come kamikaze, come scudi umani, verrebbero sepolti vivi, oppure crocifissi. Gli jihadisti rapiscono i bambini nei mercati e li vendono come schiavi del sesso. Li mettono in vendita con un cartello che indica il loro prezzo. Tra le vittime preferite degli uomini di alBaghdadi, i bambini appartenenti alle minoranze cristiane o yazide, anche se non vengono disdegnati neppure bambini sciiti e sunniti. Oppure i bambini sfollati, orfani, o che vivono in strada a causa del conflitto perché le loro famiglie hanno perso tutto. I miliziani li rapiscono, o li comprano e poi li fanno vivere in centri di detenzione improvvisati, tra cui uno dei più grossi e l’ex carcere Badoush alle porte di Mosul, che è diventata una delle principali roccaforti dello Stato Islamico.
Capita anche che le famiglie vengano costrette a vendere i loro figli alle milizie armate, soprattutto quei figli affetti da disabilità che andranno poi a costituire le fila degli scudi umani per proteggere le installazioni dell’Isis dagli attacchi dei nemici, o dei kamikaze utilizzati per gli attentati. Molti bambini vengono impiegati come informatori, come fabbricatori di bombe, a volte come boia. A testimonianza di questo c’è un video, in cui si vede un bambino che con una pistola uccide due uomini accusati di essere spie russe. Il rapporto Onu cita anche esecuzioni di massa e decapitazioni, sempre di bambini.
Le accuse dell’Onu e l’invito a fare di più. Accuse pesantissime, a cui il comitato delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini aggiunge un appello affinché le forze di governo irachene si impegnino di più per proteggere i bambini e le loro famiglie. Il governo di Baghdad ha chiesto ripetutamente di avere più armi dall'Occidente e un maggiore addestramento delle sue forze. Nel presentare le relazioni sulla condizione del fanciullo in Iraq, Mohammed Mahdi Ameen Al-Bayati, ministro dei Diritti Umani iracheno, ha riferito che nonostante i gravi problemi in cui versava il Paese, l'Iraq aveva compiuto progressi nella lotta contro la povertà, l'analfabetismo, la violenza domestica e la tratta di esseri umani, garantendo la cura alternativa e l'accesso all'istruzione e la protezione dei diritti delle persone con disabilità. L’avvento dei gruppi terroristici che hanno preso il controllo di diverse aree, però ha avuto un effetto negativo soprattutto sulla popolazione infantile. Lo stesso Ministro ha denunciato crimini di guerra e genocidio, comprese le sparizioni e la schiavitù sessuale nei confronti dei bambini, perpetrati dai terroristi. Ma per l’Onu questo non basta: il Comitato sostiene che il disagio dei bambini in Iraq sia imputabile ai molteplici conflitti armati che hanno insanguinato il Paese negli ultimi anni e che il governo deve fare di più per tutelare famiglie e bambini, in particolare per affrontare le cause profonde del terrorismo, tra cui la discriminazione e l'esclusione dei gruppi più vulnerabili.
Piaga sociale nota, non solo firmata Isis. Quello della violenza sui bambini è un fenomeno che secondo Renate Winter, uno degli esperti indipendenti che ha condotto gli studi e stilato il rapporto, ha raggiunto dimensioni enormi. La stessa Winter sostiene che molti bambini, essendo mentalmente disabili, non si sono mai resi conto del loro destino né di quanto erano chiamati a fare. Un problema che, secondo gli esperti, esisteva anche prima dell’avvento dell’Isis, e che l’Iraq avrebbe dovuto sfidare, attuando le leggi e superando quelle credenze culturali che stanno dietro le pratiche nocive alla dignità dei bambini e le disuguaglianze di genere.
Ma il Comitato dell'Onu per i diritti del minore, punta il dito non solo contro l’Isis. ci sarebbero anche le milizie sciite irachene filo-iraniane che arruolano minori e li costringono a imbracciare le armi e partecipare alla guerra in corso. Succede lo stesso anche tra le fila dell’Esercito Libero Siriano, il gruppo di ribelli considerato tra i più moderati che combatte contro il regime del presidente Bashar al Assad in Siria.
Il Comitato Onu sui diritti dell’infanzia. Il CRC, questa la sigla del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia ha lo scopo di esaminare i progressi compiuti dagli Stati parte nell’esecuzione degli obblighi derivanti dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. La Convenzione Onu è un trattato sui diritti garantiti ai minori di 18 anni sottoscritto da tutti i paesi membri dell’Onu ad eccezione della Somalia, del Sud Sudan e degli Stati Uniti. Il Comitato è composto da 18 esperti indipendenti, eletti a scrutinio segreto tra i componenti di una lista segreta, ciascuno designato da ogni Stato parte. Il Comitato vigila anche sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, sulla vendita di bambini, sulla prostituzione e pornografia infantile. Gli Stati che fanno parte della Convenzione sui diritti dell'infanzia devono presentare un primo rapporto entro due anni dalla data dell'entrata in vigore della Convenzione e, successivamente, uno ogni cinque anni. Quella sull’Iraq è la prima valutazione dal 1998.