In cattedra educatori e psicologi

Scuole per genitori in tutta Europa perché ormai comandano i bambini

Scuole per genitori in tutta Europa perché ormai comandano i bambini
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Genitori ci si improvvisa? Probabilmente qualcuno risponderebbe di no, visto il numero di coloro che si sentono inadeguati a vestire i panni di mamma e papà. Forse i bambini sono diventati più difficili o forse sono gli adulti ad essere diventati più insicuri, sta di fatto che sono tanti i genitori ad inviare un SOS, nella speranza che qualcuno risponda alla loro richiesta d’aiuto. Ed ecco che non pochi raccolgono questo appello, dando il via a un ennesimo corso di formazione: la scuola per genitori.

Format TV. Il problema non è nuovo. Nel 2005 ci avevano pensato quelli di SOS tata, l’ancora seguitissimo programma televisivo dove tre Mary Poppins si recano in missione al domicilio di genitori disarmati di fronte al comportamento di bambini incontenibili, per elargire loro dritte miracolosamente efficaci nel convertire piccoli diavoli in figli disciplinati e ubbidienti. Benché prive dei poteri magici della nota governante disneyana, eccole infatti altrettanto capaci di ristabilire ordine e serenità all’interno di ménage familiari compromessi e all’apparenza senza speranza.

 

https://youtu.be/Ywz38ZC-uAA

 

I corsi. Ora invece è la volta di educatori, psicologi e neuropsichiatri infantili che si sono messi in cattedra per impartire consigli a genitori in difficoltà nell’ individuare risposte educative corrette a problemi, siano essi ordinari o fuori dal comune. Esistono numerosi corsi attivi sul territorio nazionale: dalla “Scuola genitori”, organizzata dal Centro psicopedagogico per la gestione dei conflitti (le cui aule, peraltro, saranno organizzate anche presso il Cinema Crystal Oratorio di Lovere, il prossimo 13 aprile), a “Genitori in Regola”, un seminario di quattro incontri sulla gestione di norme e responsabilità, che il 16 febbraio ha chiuso i suoi battenti ad Arzignano, nel vicentino. E questi solo per fare qualche esempio.

Il caso inglese. Ma il problema non è solo nostrano: il premier britannico David Cameron, tra plauso e polemiche, ha annunciato pubblicamente di voler far tornare i genitori sui banchi di scuola per istruirli a trasmettere un’educazione corretta ai figli di un paese dove, del resto, i problemi di neomamme e neo-papà non sono mai stati presi alla leggera. È proprio in Inghilterra, infatti, che, dal 1961, i migliaia di volontari dell’organizzazione no-profit del National Childbirth Trust offrono un servizio molto apprezzato e richiesto di assistenza durante le fasi di gravidanza, parto e prima infanzia.

In Francia. È all’ospedale di Saint-Eloi di Montpellier, invece, che è stato addirittura inaugurato un gruppo di sostegno per genitori di “bambini tiranni”, un centro d’ascolto per quegli adulti che sono vittime di un sistema gerarchico alla rovescia, all’interno del quale sono costretti a subire i ricatti e le vessazioni dei loro piccolissimi carnefici.

 

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Il problema di educarsi ad educare. Si tratta di qualcosa di relativamente recente: con il declino del tradizionale modello autoritario del pater familias e i fallimenti di quello più recente, libertario e permissivo, sembra essere venuto meno un paradigma pedagogico di riferimento certo, che orienti i genitori nel gestirsi tra premi e punizioni, autorevolezza e lassismo. L’incertezza sembra investire ogni piccolo aspetto della vita familiare: dal mangiare insieme all’andare a dormire all’orario stabilito, dal fare i compiti al limitare l’uso di televisione e cellulari. D’altra parte, esistono casi i casi specifici di famiglie separate, affidi congiunti, nuclei allargati, ragazzini violenti o depressi. In generale, non manca chi dubita dell’utilità di indicazioni preconfezionate per cui corsi e manuali hanno il sapore più di un sedativo per genitori apprensivi che di un ricettario scientificamente efficace. Dovunque stia il vero, una volta rifiutata la pericolosa pretesa d’essere un genitore infallibile, quella di volere essere padri e madri disponibili all’ascolto e che si mettono in discussione per migliorarsi continuatamente non sembra che una scelta dettata dall’amore.

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