C'è anche un pirata informatico

I sei più grandi ricercati al mondo (Ma il primo non è Al Baghdadi)

I sei più grandi ricercati al mondo (Ma il primo non è Al Baghdadi)
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Ci sono sei persone, in giro per il mondo, su cui pendono taglie altissime. A stilare la classifica è il sito The Post Internazionale, che ha messo insieme i nomi di quanti nei vari Paesi sono considerati i soggetti più pericolosi, protagonisti di reati che vanno dal terrorismo al narcotraffico. A offrire le ricompense sono per lo più gli Stati Uniti, anche se la taglia maggiore è stata messa dalla Russia.

 

Abu Osama al Masri

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A sorpresa l’uomo più ricercato al mondo non è il Califfo, che pure compare nella lista, ma il responsabile, o i responsabili, che hanno attentato al volo russo Metrojet precipitato sulla Penisola del Sinai il 31 ottobre. La Russia ha messo sulle loro teste una taglia da 47 milioni di euro. Quella dell’airbus A321 è stata la più grande tragedia dell’aviazione russa nella storia, costata la vita a 224 persone. A rivendicare l’attentato, che si presume provocato da una bomba montata sotto a un sedile, è stato l’Isis. «Abbiamo scoperto un modo per aggirare la sicurezza dell’aeroporto internazionale di Sharm el Sheikh e volendo scegliere di colpire un aereo appartenente a una delle nazioni che fanno parte della coalizione occidentale a guida americana contro lo Stato islamico, la scelta è finita su un volo russo» è quanto scrive Dabiq, l’house organ ufficiale dello Stato Islamico. Parole che pesano come macigini, la cui autenticità però è ancora tutta da stabilire, e che vanno prese con cautela perché sono facilmente utilizzabili come propaganda. In un altro messaggio, un audio diffuso pochi giorni dopo la strage, il capo del gruppo jihadista che terrorizza il Sinai, Abu Osama al Masri, ha dichiarato: «Siamo stati noi, morite di rabbia». Il leader in questione è un ex importatore di vestiti, che si è radicalizzato in Egitto, e il cui nome vero non è noto. Per questo è difficile dire su chi realmente penda la taglia più grande mai messa su qualcuno. Si pensi che per Bin Laden, ai tempi, l’Fbi, promise una ricompensa di “soli” 25 milioni di dollari.

 

Ayman al-Zawahiri

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 Al secondo posto nella classifica di TPI c’è Ayman al-Zawahiri, il capo di Al Qaeda dopo Bin Laden, per il quale gli Usa sono disposti a pagare fino a 23 milioni di dollari. Fedele alla causa della jihad, il medico 65enne egiziano per anni è stato il braccio destro dello sceicco yemenita, sostituendolo dopo la morte. Fondatore della Jihad Islamica Egiziana, gruppo che nel 1998 si è fuso con al Qaeda, negli anni che sono seguiti agli attentati dell’11 settembre al Zawahiri si è distinto per essere il volto e la voce del terrorismo, incitando alla jihad e denunciando «i crociati, le cospirazioni sioniste e gli arabi traditori».

 

Hafiz Mohammed Saeed

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Medaglia di bronzo in fatto di taglia è Hafiz Mohammed Saeed, leader di Jamaat-ud-Dawah (Partito della verità) di Lahore, Pakistan: 9,5 milioni di dollari vale la sua consegna. Saeed è anche il fondatore dell’organizzazione Lashkar-e Taiba, definita terroristica dal consiglio di Sicurezza dell’Onu e bandita dallo stesso Pakistan. Il gruppo è attivo in particolare nelle zone dello Jammu e Kashmir, al confine con l'India, ed è ritenuto il responsabile degli attentati di Mumbai del 2008 in cui sono morte 166 persone. Dopo decenni di lotta in Kashmir contro l’amministrazione indiana, Saeed oggi predica la guerra all’Occidente e considera la decennale presenza americana in Afghanistan come il più grande di tutti i mali.

 

Abu Bakr al Baghdadi

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Il Califfo Abu Bakr Al Baghdadi è al quarto posto dei sei più ricercati al mondo. Pure per lui gli Stati Uniti promettono una ricompensa da 9,5 milioni di dollari, ma è in lista da un tempo minore rispetto al suo “collega” Hafiz Mohammed Saeed. Del nome di Abu Bakr al Baghdadi le cronache sono piene da tempo, così come degli aneddoti sulla sua vita. Da quando è apparso sulla scena del terrorismo mondiale il sedicente Califfo è già stato dato per morto almeno tre volte. Ogni volta, però, sembra che l’uomo nero che terrorizza il mondo la faccia franca. Una storia simile a quella di Bin Laden. Su al Baghdadi, bravo in matematica e scarso in inglese ai tempi della scuola, ci sono poche informazioni ufficiali. Aveva il sogno nel cassetto di iscriversi a giurisprudenza ma le sue scarse capacità intellettive non glielo permisero. Decise così di studiare la teologia islamica. Da semplice militante islamista con spiccate attitudini alla strategia militare e una propensione all’assassinio, Al Baghdadi ha scalato i vertici dell’Isis in pochissimo tempo, fino ad autoproclamarsi califfo.

 

El Chapo Guzman

Joaquin "El Chapo" Guzman

 

Non meno pericoloso è Joaquin Guzman, detto El Chapo: 8 milioni è il valore della sua taglia, 4,7 dagli Stati Uniti e 3,3 dal Messico, per quello che viene considerato il narcotrafficante più pericoloso del mondo, evaso dal carcere a luglio 2015. Storico leader del cartello dei Sinaloa, El Chapo è riuscito a fuggire di prigione grazie a un tunnel scavato dai suoi collaboratori dall’esterno. È il nemico pubblico numero 1, prima di lui un titolo simile spettò solo ad Al Capone. Secondo la rivista Forbes, che lo ha dichiarato uno degli uomini più ricchi del mondo, è al 41esimo posto nella lista dei più potenti del pianeta.

 

Evgeniy Mikhailovich Bogachev

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Tra i sei maggiori ricercati al mondo figura anche un pirata informatico. Si tratta del russo Evgeniy Mikhailovich Bogachev, per il quale l'Fbi può pagare fino a 2,8 milioni di euro. Classe 1983, conosciuto anche con il nome di lucky12345 e Slavik, Bogachev è il numero uno della banda di pirati che hanno creato Cryptolocker e P2PZeuS, due dei malware più pericolosi in ambito finanziario. In particolare grazie a Cryptolocker Bogachev si dice abbia rubato oltre 100 milioni di dollari da istituzioni bancarie di 12 Paesi. Nonostante la rete di pirati sia stata smantellata, Bogachev non è stato ancora catturato e su di lui pende l’accusa di associazione a delinquere, frode telematica e bancaria, cracking e riciclaggio di denaro. Ricercato dal 2009, si pensa che viva su di una nave che veleggia sul Mar Nero. Lo hanno visto per l’ultima volta ad Anapa, in Russia, ma il fatto che si nasconda proprio lì per gli Usa potrebbe rivelarsi un problema non da poco, in quanto non esistono accordi di estradizione tra i due Paesi.

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