Stilate dall'Oms

Sei regole per lavarsi le mani (O meglio, per farlo correttamente)

Sei regole per lavarsi le mani (O meglio, per farlo correttamente)
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Di norma, alle mani, si dedicano per la pulizia pochi secondi. Una sciacquata e un’insaponata veloci e tutto finisce lì. Invece non basta, perché le mani, le dita e le unghie sono il ricettacolo di circa il 20 percento dei microrganismi non patogeni, quelli cioè che non arrecano particolari danni alla pelle, cui si aggiungono però anche virus e batteri, alcuni dei quali dannosi perché possono trasmettere infezioni o allergie acquisite per lo più dal contatto con oggetti e persone.

Serve pertanto educare al buon lavaggio perché la cura dell’igiene prestata alle mani è in grado di prevenire il 40 percento delle infezioni cutanee e non solo. E così, in occasione della recente della Giornata Mondiale per l’Igiene delle Mani, che si celebra ogni anno il 5 maggio, l’Organizzazione mondiale della sanità e il Centro per il controllo delle malattie di Atlanta hanno stilato alcune regole che fanno la differenza fra una pulizia ad hoc, ovvero a regola d’arte, e un’igiene approssimativa che sarebbe meglio evitare. Sempre, ma soprattutto se si opera in contesti in cui le difese immunitarie sono già basse o a rischio. Come negli ospedali, o se si ha a che fare con anziani e bambini.

 

 

In generale, ci vuole un po’ di tempo da dedicare al lavaggio delle mani. Un paio di minuti almeno, che sono davvero una inezia nell’arco di una giornata, eppure fondamentali per garantire all’organismo più salute. E soprattutto un po’ di attenzione, per eseguire con accuratezza sei semplici mosse, ma salva-malanni. Eccole:

  • Utilizzare sempre il sapone. Ed anche qui ci sarebbero delle preferenze, perché fra quello ‘solido’ e quello liquido, è meglio quest’ultimo che scivola meglio in ogni anfratto delle mani, a cui deve seguire un abbondante risciacquo sotto un gettito di acqua corrente, rigorosamente tiepida-calda.
  • Applicare il sapone, anche se liquido, su entrambi i palmi delle mani e strofinare accuratamente questa parte e il dorso per almeno 40-60 secondi. Ma non vanno trascurate neppure le altre parti che costituiscono l’estremità, ovvero le pieghe tra le giunture, gli spazi tra le dita o sotto le unghie dove i germi si annidano più facilmente. Il compito non è solo per i grandi: occorre educare anche i bambini a lavarsi le mani nel modo più corretto, fin da subito. E per rendere la cosa più e farli ‘giocare’ con acqua e sapone si può accompagnare la pulizia delle mani con una canzoncina o una filastrocca che duri, appunto, all’incirca un minuto.
  • Spazzare via tutto il sapone, quello sporco. Come? Risciacquando sempre abbondantemente le mani. È fondamentale per concludere in bellezza e salute la pratica lavaggio.
  • Ma non è finita. Occorre proseguire l’operazione, asciugando altrettanto bene le mani. Preferibilmente con la carta, che non attira i microbi, e che poi una volta usata andrà gettata via o meglio ancora (o in alternativa), specie nei luoghi pubblici, con un dispositivo ad aria calda. O ancora con un asciugamano pulito, ma strettamente personale al fine di non scambiarsi germi e batteri.
  • Non toccare rubinetti o maniglie dopo aver lavato le mani, altrimenti tutto il lavoro fatto è vanificato. Se invece non si può proprio fare a meno di entrare in contatto con ‘oggetti pubblici’, meglio farlo frapponendo fra questi e la mano pulita una salviettina di carta che verrà poi, naturalmente, gettata via.
  • Infine per mantenere bella ed elastica la pelle delle mani, al tremine del lavaggio si potrà pure applicare, se necessario, una crema o una lozione idratante per prevenire eventuali irritazioni dovute a detergenti troppo aggressivi o a pulizie troppo prolungate.
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