il caso

Sequestrato in Turchia finisce preda di Al Qaeda, ma è una truffa: indagato imprenditore bresciano

Alessandro Sandrini è stato iscritto nel registro degli indagati perchè avrebbe recitato il ruolo della vittima. Tre gli uomini (due albanesi e un italiano) finiti in carcere

Sequestrato in Turchia finisce preda di Al Qaeda, ma è una truffa: indagato imprenditore bresciano
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Era stato sequestrato da Al Qaeda, caduto preda degli jihadisti e trasferito dalla Turchia alla Siria, dove fu liberato dopo tre anni. Peccato che, almeno in parte, si è trattato di una messa in scena. Come riportano i colleghi di PrimaBrescia, l’imprenditore bresciano Alessandro Sandrini è stato iscritto nel registro degli indagati per una truffa in cui avrebbe recitato il ruolo della vittima.

Su richiesta della Procura di Roma sono tre le persone finite in carcere: due cittadini albanesi, Fredi Frrokaj e Olsi Mitraj, e un italiano, Alberto Zannini. La banda è accusata di sequestro di persona per scopo di terrorismo, mentre a Sandrini è contestata la simulazione di reato e truffa.

Secondo l’accusa i tre uomini proposero all’imprenditore di simulare un sequestro in cambio di denaro, anche se arrivato in Turchia fu effettivamente “venduto” a un gruppo vicino ad Al Qaeda e trasferito in Siria, dove rimase dal 2016 al 2019. Il procuratore Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco, hanno citato anche il caso di Sergio Zanotti, anch’egli imprenditore bresciano sequestrato che però non risulta indagato.

Secondo il capo di imputazione i tre arrestati, in concorso con altri soggetti ignoti ma riconducibili alla galassia jihadista, che operano in Italia, Turchia e Siria, avrebbero proposto agli italiani di recarsi in Turchia per simulare un sequestro di persona. Tuttavia, giunti a destinazione «sono stati effettivamente privati della libertà personale» e condotti contro la loro volontà in Siria, dove venivano consegnati ad appartenenti del Turkestan Islamic Part, gruppo che si richiama ad Al Qaeda.

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