Colpita al collo con un'arma da taglio

Seriate, il giallo della donna uccisa Il marito indagato a piede libero

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Nel quartiere di Seriate chiamato Nave, alle spalle del cimitero, la vita di solito scorre tranquilla. Il classico quartiere puramente residenziale, con grandi palazzi che si ergono di fronte a schiere di villette dai piccoli giardini ben tenuti. Un dedalo di vialetti pedonali attraversano la zona. Vivibile. Stando al racconto di chi abita in zona, tra l'altro, non si sono mai verificati furti particolari, se non garage svaligiati. In questi passaggi, tra i paletti messi alle vie di accesso per impedire il transito dei motorini, potrebbe essere passato l'assassino di Gianna Del Gaudio, 63 anni, insegnante da poco in pensione, uccisa stanotte nella villetta dove abitava, al 75 di via Montecampione, a causa di una profonda ferita da arma da taglio al collo: i carabinieri l’hanno trovata in una pozza di sangue. Potrebbe, perché ci sono dei dubbi su questa prima ipotesi.

 

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La versione del marito. «I carabinieri - scrive Bergamonews - sono stati allertati da una chiamata del marito della donna, Antonio Tizzani, che all’una meno un quarto ha chiesto il loro intervento, parlando di un tentativo di rapina da parte di un ladro finito in modo tragico. La prima ipotesi è stata quella di un ladro sorpreso dalla donna, che avrebbe reagito colpendola con violenza alla gola. E infatti sono iniziate le ricerche del ladro tutt’attorno alla villetta della tragedia, con numerose auto dei carabinieri e con militari a piedi che hanno perlustrato ogni angolo della zona residenziale».

 

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I primi dubbi. Siamo ancora nelle fasi embrionali delle indagini, ma dai primi rilievi effettuati dai carabinieri di Seriate e Bergamo, con il supporto del nucleo scientifico, e terminati poco dopo le 4, risulta che non ci sarebbero segni di effrazione a porte e finestre. L'ipotesi del ladro, quindi, resta aperta, ma si pensa anche ad altre possibilità. Come che la vittima conoscesse il suo assassino. I militari stanno setacciando la zona alla ricerca dell'arma del delitto, presumibilmente un coltello.

Possibile svolta. Verso le 13 di sabato è stato portato alla caserma dei Carabinieri di Seriate da due auto degli uomini dell’Arma un giovane, posto in stato di fermo. È sceso coprendosi il volto con la giacca. Inizialmente si è pensato che potesse essere coinvolto nelle indagini sulla morte della 63enne, ma, come spiega L'Eco di Bergamo, a quanto pare non è così. Anzi, proprio in quei momenti gli agenti stavano tornando dal marito della vittima per fargli ulteriori domande. Si è poi scoperto che Antonio Tizzani è, in questo momento, l'unico indagato a piede libero. Le forze dell'ordine ci tengono però a precisare che si tratta di un atto dovuto così da consentirgli di chiarire la sua posizione.

Lascia il marito e due figli. Aveva anche due figli, la donna. Insieme al marito, Marco e Paolo - questi i loro nomi - sono stati portati in caserma al comando di via delle Valli per essere interrogati. Sembra che la coppia fosse felice e andasse d'accordo, almeno dalle testimonianze dei vicini. La donna aveva insegnato all’istituto Rubini di Romano di Lombardia fino all’anno scorso ed era appena rientrata da un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo.

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