Sgombero della Ponchia: Cascina blindata, soddisfazione bipartisan a Palazzo Frizzoni
Gli oramai ex okkupanti ragionano su iniziative di protesta, ma il Comune è chiaro: adesso si lavora al progetto di recupero della struttura. Soddisfazione per l'operazione sia da parte della Lista Gori che da parte della Lega
Mentre la polizia continua le procedure di sgombero e sequestro della Cascina Ponchia, operazioni iniziate all'alba di oggi (martedì 6 ottobre), da un lato il Comune divulga un comunicato stampa in cui ringrazia forze dell'ordine, Questura e Prefettura; dall'altro i ragazzi che occupavano lo spazio da quasi sette anni (era il dicembre 2013) si sono radunati in Piazza Pacati per decidere come procedere, annunciando un pranzo alle 13 e un'assemblea pubblica alle 14. Sempre il collettivo ha poi lanciato una campagna social e mail per chiedere spiegazioni al Comune: «Sembra si tratti dell'ennesimo caso - si legge nel testo della mail che i ragazzi del collettivo hanno invitato a spedire al Comune - in cui non si tiene minimamente conto delle esigenze della città, tagliando le gambe a un'iniziativa dal basso che in questi anni ha rivitalizzato uno spazio abbandonato, creato socialità e promosso cultura nelle forme più diverse (...). Riteniamo che, come giunta, abbiate il dovere di opporvi a questo ennesimo atto di forza ingiustificato».
Comune che, come prevedibile, è di tutt'altro avviso. E che, in un comunicato diffuso in mattinata, si esprime forse anche più duramente di quanto era stato solito fare nei confronti degli occupanti, sottolineando in più di un punto la mano sull'abusività dell'occupazione e parlando di «ripristino dello stato di legalità». Il messaggio, come se ce ne fosse bisogno, è quindi chiaro: gli occupanti, per il Comune, non sono degli interlocutori. In ogni caso la situazione sembra irreversibile, nonostante una parte del quartiere si stia già mobilitando per esprimere il proprio sostegno agli occupanti sgomberati, inviando anche attraverso Facebook diversi messaggi pubblici al Kollettivo. Gli ingressi sono sigillati, la polizia ha il totale controllo dello spazio, e sembra che questo sia davvero l'epilogo dell'esperienza della Kascina Autogestita Popolare.
«Ora - commenta la Giunta - iniziamo il lavoro per restituire l'immobile alla città con un progetto di grande valenza sociale». Il riferimento è al progetto di housing sociale destinato a donne, con o senza figli, in situazioni di disagio abitativo: dall'edificio dovrebbero essere ricavati nove alloggi che potranno accogliere fino a 29 ospiti, che all'interno della Cascina dovrebbero seguire percorsi di accoglienza e integrazione sociale. Anche dalla Lista Gori arrivano i ringraziamenti a Questura, Prefettura e Amministrazione Comunale: «Ora - dice il comunicato della lista civica in sostegno del primo cittadino - si dia attuazione al progetto». Approvazione per l'operazione anche dalle opposizioni a Palazzo Frizzoni, come dimostrano le parole dell'onorevole e consigliere comunale della Lega, Alberto Ribolla: «Ringrazio la Questura e il Comando Provinciale dei Carabinieri per aver dato risposta alle richieste della cittadinanza, supportate da numerosissimi atti della Lega in Consiglio Comunale. Finalmente la legalità è stata ripristinata! Ora si vigili, si dia un futuro certo alla Cascina e si lavori per portare sicurezza anche in centro e negli altri quartieri».
Le operazioni di sgombero erano cominciate alle 6 di questa mattina, con l'intervento di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale e Polizia di Stato, che, coordinati dalla Questura, hanno operato seguendo, fa sapere il Comune, «modalità concordate nel corso di una recente riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduta dal Prefetto». A quell'ora in Cascina non c'era nessuno. Attualmente via Ponchia è ancora inaccessibile e alcuni presidi di forze dell'ordine si spingono in tutta la zona bassa del quartiere Monterosso, fino a piazza Pacati.