L'ipotesi

Motociclista morto a Montello, l'uomo alla guida dell'auto si difende: «Contatto involontario»

Alcune indiscrezioni portano alla luce nuovi elementi sulla morte di Walter Monguzzi, di Osio Sotto. L'automobilista interrogato dal gip

Motociclista morto a Montello, l'uomo alla guida dell'auto si difende: «Contatto involontario»
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Emergono nuove indiscrezioni sullo speronamento tra la Panda nera e la moto Bmw che ha portato alla morte di Walter Angelo Monguzzi, 55enne di Osio Sotto. Su quanto accaduto domenica 30 ottobre stanno ancora indagando i carabinieri della Compagnia di Bergamo, ma Corriere Bergamo apre l'ipotesi del gesto involontario, che muterebbe l'attuale accusa di omicidio volontario per l'automobilista Vittorio Belotti a quella di omicidio stradale.

Le prime ricostruzioni vedono i due mezzi fermi al semaforo di via Papa Giovanni XXIII a Montello discutere per una quella che sembrerebbe essere una mancata precedenza alla rotonda qualche metro più indietro. Una volta scattato il verde, la motocicletta avrebbe superato l'automobile, portandosi prima a destra e poi a sinistra. Dopodiché, la Panda avrebbe speronato la moto. Lo spostamento da un lato all'altro della carreggiata potrebbe aver provocato la colluttazione? È la domanda che si pone il quotidiano.

Nonostante ciò, diversi testimoni hanno riferito di aver visto chiaramente Belotti tentare di speronare la moto con a bordo Monguzzi. Una caduta violenta, casco spaccato, il mezzo che ha terminato la sua corsa nel prato accanto alla strada. Qualcun altro, come riporta invece L'Eco di Bergamo, ha visto il centauro prendere a calci la portiera dell'automobile mentre erano entrambi fermi al semaforo.

L'impatto non è stato ripreso dalle telecamere, mentre il momento del litigio sì: nel filmato si vede la motocicletta passare dietro la Panda e poi affiancarla sulla destra. L'automobile, però, riporta segni e ammaccamenti nella parte anteriore sinistra e quindi la Bmw ad un certo punto deve aver sterzato da quel lato della strada.

Vittorio Belotti, dopo la caduta di Monguzzi, non si è fermato ed è tornato a casa dopo una telefonata della moglie, con i carabinieri ad attenderlo. Questa mattina ha riferito la sua versione dei fatti al giudice: durante l'interrogatorio in carcere, come riporta L'Eco di Bergamo, avrebbe ammesso il contatto tra i due mezzi, definendolo però involontario e non uno speronamento. Avrebbe inoltre affermato che il motociclista si sarebbe affiancato al lato del guidatore, dando dei calci all'auto.

Belotti, inoltre, ha spiegato di non essersi fermato per paura. La decisione del gip Riccardo Moreschi è prevista per la giornata di oggi. La difesa dell'operaio 49enne ha chiesto la riqualifica del reato di omicidio da volontario a stradale, senza misure cautelati o comunque ai domiciliari.

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